Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

Norcia, 23 marzo 2024 – Dodici anni fa, provenienti dal Regno Unito, Richard e Denis Abel si insediarono nella pittoresca Valnerina e si stabilirono nel suggestivo borgo di San Pellegrino di Norcia. Acquistarono e restaurarono una splendida dimora, immergendosi per circa quattro anni nella bellezza, nella serenità e nell’equilibrio di quella terra antica, fiabesca e mistica.

Tuttavia, l’arrivo del terremoto nel 2016 li costrinse, come tutti coloro colpiti dal sisma, a trasferirsi in una modesta casa ecologica in legno fornita dalla Protezione Civile.

«Nel 2016 -raccontano – era pure l’anno del nostro anniversario di matrimonio: 40 anni insieme e 60 anni di età, festeggiati fra le macerie del paese, senza più la nostra casa. Non abbiamo rimpianti, perché in Valnerina resteremo per sempre e siamo stimolati, con la ricostruzione delle abitazioni, a ricominciare un’altra volta, con più tenacia e caparbietà».

Richard, ha lavorato come consulente per l’industria petrolchimica nel riciclaggio ecologico e nel recupero degli oli usati, Denis, invece, è una psicologa. Entrambi sono in pensione e, nel 2016, si sono ritrovati a celebrare il loro quarantesimo anniversario di matrimonio tra le macerie del paese, senza più la loro amata casa. Nonostante le avversità, non nutrono rimpianti, poiché il legame con la Valnerina è incrollabile e la sfida della ricostruzione li ha stimolati a ricominciare con determinazione e perseveranza.

Quando gli viene chiesto se ritengono peggiore la Brexit o il terremoto, entrambi sorridono e affermano senza esitazione: «La Brexit è stata peggiore, poiché ha inflitto gravi danni all’economia britannica e ha segnato la nostra separazione dall’Europa».

Ma cosa li rende così innamorati della Valnerina? Con entusiasmo allargano le braccia: «Venivamo a Norcia da molti anni per le nostre vacanze. Prima di andare in pensione, Richard era un camminatore di collina, uno scalatore e un istruttore di arrampicata per gli scout nel Regno Unito, quindi le montagne e le colline sono nel nostro DNA. Norcia era una location naturale per la nostra vita.

In Valnerina, ovunque ti sposti, a valle o in montagna, si avverte il palpito della terra antica; si possono toccare con mano le tracce lasciate nei secoli dall’umanità; qui troviamo un ambiente incontaminato, l’aria pura e il silenzio interrotto solo dal mormorio delle acque del fiume Nera. Sono luoghi da scoprire, visitare, ammirare, amare e godere, luoghi che ci permettono di essere completamente noi stessi e di fondersi con la natura. E non mancano affatto le storie e gli aneddoti da ascoltare».

E in effetti, sia nella valle che in montagna, la Valnerina custodisce un ricco tesoro di storie che risalgono a tempi antichissimi, leggende tramandate di generazione in generazione e giunte fino a noi. Sono racconti semplici, di gente di montagna che si intrecciano con la grande storia, trasformandosi oggi in leggende viventi.

«Qui a San Pellegrino ci sentiamo a casa. La comunità è accogliente e ormai ci considera parte della grande famiglia del borgo. Il motto “Ostinatamente rifiorire” inciso all’ingresso del paese che non c’è più, rappresenta il nostro impegno. Siamo qui per restare, pronti a contribuire al rinascimento di questo borgo, insieme agli altri abitanti».

Leggendo una delle due panchine colorate che si trovano nella vecchia fermata dell’autobus, si scorge la scritta: “San Pellegrino di Norcia c’è, insieme si può“.

Alzando lo sguardo, si notano le fotografie che ricordano i momenti successivi al terremoto, tra cui quella del sorprendente incontro con Papa Francesco, giunto a visitare la frazione devastata.

 

 

 

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