La puledrina dell’allevatore Carfagna è venuta alla luce il primo gennaio ai piedi della Basilica di San Francesco

Assisi, 23 apr. 2024 – La cavallina con il cuore in fronte, “amore e pace”. Love Pax è il nome prescelto dal noto allevatore di cavalli da trotto, Sergio Carfagna, per la puledrina venuta alla luce nella notte di san Silvestro, fra il vecchio e il nuovo anno, il primo gennaio scorso, nelle scuderie ai piedi della Basilica di Assisi, un vero e proprio paradiso terrestre dove i cavalli nascono, crescono in libertà nei venti ettari di verde e alberi e si allenano ogni mattina prima di scendere in pista per le prove di qualifica negli ippodromi italiani.

Carfagna, simbolo di tenacia e resilienza del settore ippico e allevatoriale, attraversato da anni da pesanti crisi strutturali, ha interpretato questo cuore bianco sul muso della cavallina dal manto baio come un altro segno divino, di amore e pace, uno dei tanti che negli anni hanno attraversato la sua vita. Sergio Carfagna, 68 anni, uomo di cavalli da generazioni, figlio di Tino, maestro di campo della Giostra della Quintana e già consigliere della Mostra nazionale del cavallo di Città di Castello, è il proprietario di una scuderia pluridecorata con vista sulla Basilica di San Francesco ad Assisi.

È anche il proprietario dello stallone Iglesias, della campionessa Irina e di Via Lattea, la cavallina bianca unica nel suo genere che ha stupito il mondo. Nonostante tutte le difficoltà del momento, crede nei segnali che la vita gli riserva.

Ricorda ancora con emozione quando, il 5 aprile 2014, nacque Via Lattea, un caso unico nella razza del trottatore italiano. I segnali della natura dunque si ripetono. Il 2024 per l’ippica, il trotto, è l’anno della lettera ‘L’ per battezzare i nuovi nati. In onore di san Francesco e Assisi, simbolo di pace e fratellanza fra i popoli, Carfagna ha deciso di affiancare la parola pax ai nomi prescelti per tutti i nuovi nati.

Decisione originale e significativa che prese su suggerimento dell’amico fraterno, padre Danilo Reverberi, il frate francescano esperto come pochi in Italia e non solo di ippica e genealogie, scomparso prematuramente nel marzo del 2021. Sarà così anche per la puledrina col cuore: un altro segnale divino, chissà.

“Oggi più che mai – dice Carfagna, spesso protagonista di appelli ‘salva ippica’ al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e al sottosegretario con delega all’ippica, Patrizio Giacomo La Pietram e alle istituzioni tutte – il mondo ha bisogno di amore e pace e questa cavallina che la natura ci ha regalato correrà in pista con quel nome che rappresenta un messaggio piccolo per carità, ma sincero di fratellanza e speranza per il futuro che un settore in difficoltà come il nostro, con tante famiglie allo stremo delle forze, intende lanciare. Il nostro settore a 360 gradi merita attenzione, così non si va più avanti.

Non lasciateci soli”. Passionale ma elegante nei modi, come sempre è un fiume in piena Sergio Carfagna che anche oggi è in pista come tutti i giorni, Pasqua, Natale e Capodanno compresi, con la divisa d’ordinanza, il cappellino e gli occhiali, le mani ‘ruvide’, sporche di fango dopo la ‘sgambatura’ mattutina dei cavalli con le redini lunghe nel piccolo anello di allenamento incastonato fra il verde degli oltre diciassette ettari dell’azienda agraria in località San Vetturino ai piedi della Basilica di San Francesco, (dove stazionano venti fattrici, fra cui la pluridecorata Irina ed altre in dolce attesa con tanti puledri attorno).

In Umbria, c’è la storia dei cavalli, quella equestre straordinaria che tutti invidiano, della Quintana, della Giostra dell’Anello, della Mostra nazionale del cavallo di Città di Castello che in passato ha ospitato il ‘Capitano’ Varenne per una passerella unica assieme al suo straordinario top driver, Giampaolo Minnucci.

Forse il segreto del successo della scuderia ‘dei miracoli’ di Sergio Carfagna (con un libro dedicato, scritto da Giorgio Galvani e Marco Vinicio Guasticchi, foto di Marco Agabitini) era ed è racchiuso in memoria nel rapporto unico di amicizia fra il frate francescano padre Danilo Reverberi e il proprietario dell’allevamento che sorge nella pianura dominata dall’imponente scenario della Basilica di San Francesco, uno dei luoghi prediletti da tutti per scattare foto e selfie da incorniciare.

Oggi il suo allevamento, preso a modello a livello nazionale per la gestione e immagine, diventa dunque il palcoscenico di un appello a cuore aperto che non può essere disatteso: Love Pax ora ne è la testimonial.

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