Foligno, 6 maggio 2024 – Dal 9 al 19 Maggio presso la Art Gallery di Giovanni Remoli a Foligno in Via XX Settembre,12, si terrà la mostra del Prof. Pierpaolo Ramotto, avente per Titolo “Divino Femminino, … Io sono Beatrice che ti faccio andare”.

Tratto da Dante, La Commedia, Inferno. Sarà un escursus di dipinti, disegni, fotografia e grafia digitale, sui personaggi femminili dell’Inferno Dantesco.

L’Inaugurazione avverrà Giovedì 9 Maggio alle ore 18:30; la presentazione sarà a cura di Maya Celeste D’India e Camilla Giacomini addetta alla comunicazione.

Il l Prof. Pierpaolo Ramotto ha insegnato Pittura nelle più importanti Accademie italiane, quali: Firenze Roma Perugia Venezia Urbino e Sassari. Da molti anni collabora come Art Director con il supplemento cartaceo di Umbria Cronaca.

La mostra (come sempre senza scopo di lucro con ingresso libero e le opere esposte non saranno oggetto di vendita) riattiva l’ancestrale tradizione del Femminino sacro, custode della scintilla divina, che da Lilith in avanti, ha ispirato poliedrici modelli di femminilità.

L’artista, dedito alla figura e alla portata mitologica che la avvolge – ascetica e sensuale al tempo stesso, sceglie di raggruppare un corpus che spazia da disegni ad opere digitali, tale da restituire un immaginario, quello dantesco, appartenente ad una realtà storica che presenta severe restrizioni alla libertà della donna.

Il divino femminino è quindi una forza tesa a varcare i confini dell’umano, tensione spirituale dell’anima, processo di conoscenza superiore, necessariamente femminile.

Una cultura misogina, quella medievale, in cui fioriscono senz’altro personalità emblematiche; da Ildegarda di Bingen a Matilde di Canossa, emergono nitidi profili di donne emancipate, studiose, potenti, a corredare un secolo ambiguo che pone il paradigma femminile dinanzi a un bivio. La visione religiosa medievale prospetta alle donne due modelli: Eva e Maria; da una parte il varco che conduce a Satana, dall’altra la via d’accesso alla grazia divina, certamente inarrivabile.

Chi è Pierpaolo Ramotto

Pierpaolo Ramotto Politi nasce da una famiglia riparata in Umbria dopo l’esodo da Lauco (Udine), decimata dalle persecuzioni razziali; discendente dal pittore Odorico Politi e dal libero pensatore Ermenegildo Domenico Ramotto, del quale tragicamente abbiamo perso gli scritti.

Studia a Perugia con Giorgio Ascani Nuvolo – ospite nella casa del pittore Gerardo Dottori, nella stessa Accademia che lo vedrà ricoprire la prima cattedra di pittura a soli venticinque anni (seguiranno Venezia, Roma, Firenze, Urbino, Sassari); si sposta successivamente in Germania per frequentare l’Akademie der Bildenden Kunste a Monaco di Baviera, interessandosi di filosofia ermetica e simbologia esoterica; tornato in Italia studia design industriale sotto la guida di Bruno Munari che lo porterà a fondare e dirigere, per oltre vent’anni, il celebre “Studio tre”.

La sua propensione per la mitologia farà della figura femminile il suo soggetto prediletto, lasciando ampio spazio all’utilizzo di materiali non canonici quali zafferano, verderame, zolfo, catrame o carbone. Brevetta una nuova e diversa “maniera nera”, si dedica a svariati settori: pittura, ceramica, multimediale, video, sino al più recente impiego nel digitale di un’immagine che riproduce il suo gesto, applicando il calcolo matematico e la numerazione Fibonacci.

Stringe in Europa amicizie e sodalizi, condividendo idee e progetti con personalità ragguardevoli quali Sol Lewitt, Enrico Castellani, Vettor Pisani, Piero Dorazio, Bruno D’arcevia, Eliseo Mattiacci, Colombo Manuelli, Bruno Corà, Enrico Crispolti, Antonio Paolucci, Roy Doliner, il centenario incisore Strazza e molti altri.

Impegnato in eventi espositivi personali per oltre mezzo secolo, nel 2010 partecipa alla Fiera Internazionale di Pechino e l’anno seguente viene invitato alla 54ma Biennale di Venezia; nel 2021 è chiamato a tenere conferenze in sette università cinesi.  Camilla Giacomini

 

 

 

 

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