Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI

Spello, 6 agosto 2024 – La grande rievocazione storica si avvicina e, giorno dopo giorno, il lavoro si intensifica anche per la gens Flaminia.

«Sarà un’edizione speciale che racconterà il meglio di questi  11 anni», afferma la signora Luigina Casagrande che ci accoglie in via Consolare, nell’ex chiesa di San Bernardino, con grande gentilezza.

Subito dopo precisa: «Non sono responsabile di nulla, bensì la più anziana e incardinata da 40 anni in quello che prima era il terziere di Porta Chiusa. Come vede però si respira la voglia di fare qualcosa di straordinario, questi anni ci hanno fatto capire ancor di più quanto questa festa sia importante per Spello, per l’associazionismo e per i tanti appassionati».

Ci spiega meglio il “passaggio” tra il terziere di Porta Chiusa e la gens Flaminia?

«Il gruppo di lavoro della gens Flaminia si è sviluppato sulla base dell’antica associazione territoriale che comprendeva l’antico decumano: via Consolare, via Sant’Angelo e le adiacenti piazze Mazzini, Giuliani, Matteotti. Tutto nasce negli anni 1960 con la festa della frasca, l’antica tradizione contadina, poi continuata per celebrare la “bonfinita” con l’olio nuovo.

Da quando c’è l’Associazione Hispellum guidata da Sandro Vitali, le gentes Julia, Flavia e Flaminia hanno preso il posto dei terzieri. In questa festa io mi occupo per la gens Flaminia della taverna, sono in cucina con le altre volontarie per preparare i piatti tipici del periodo».

Dicono che il tempo voli quando si lavora con passione e cuore a un evento-spettacolo come questo che andrà in scena dal 18 al 25 agosto. In realtà, il tempo mantiene il suo ritmo, ma cambia la percezione: non è più un lento scorrere, ma un vorticoso ondeggiare, perché tutti sono impazienti di rievocare e celebrare solennemente l’epica grandezza dell’Impero Romano.

«Il nostro è un lavoro di sinergie – continua Luigina Casagrande che nella vita ha fatto la parrucchiera – c’è voglia di migliorarsi e di mettersi in gioco. La storicità, l’unicità e la cura dell’ambientazione negli spettacoli. Oggi rispetto al passato, sentiamo la responsabilità di non poter deludere le aspettative dei turisti e dei tanti appassionati che vengono a questo evento, diventato ormai un importante appuntamento del mese di agosto».

E’ vero, verissimo! Hispellum è un volano culturale, un luogo dove la storia e le tradizioni si toccano, si gustano, si vivono, anche per l’educazione di tutte le generazioni.

Quanti sono i volontari della gens Flaminia?

«Siamo tanti, soprattutto in occasione della sfilata. Dopo la pandemia però c’è stato un calo di giovani e colgo l’occasione per lanciare loro un appello affinché partecipino nel tempo libero all’organizzazione. Certo, agosto è un mese particolare, ma è anche il mese dei turisti. Non c’è molta complicità da parte delle nuove generazioni, ma la festa romana riguarda le nostre radici, quindi tutti ci dobbiamo sentire coinvolti».

Mentre parla, ci mostra il parco costumi. Gli abiti sono tutti appesi in bell’ordine, protetti dalla polvere, e numerati in base alla registrazione su un quaderno che reca i nomi di chi dovrà indossarli.

La ex chiesa di San Bernardino, già sede di un ospedale del Comune, poi dal XV secolo centro della Confraternita del Buon Gesù che gestì l’opera assistenziale, fu soppressa nel 1571 a causa della ridotta capienza e dello sperpero dei redditi. Su una parete ci sono ancora tracce di affreschi di scuola umbra del XVI secolo.  

I costumi sono un patrimonio della gens Flaminia?

«Alcuni sì, altri sono un patrimonio personale. I colori sono il rosso e il bianco, ma nella gamma cromatica ci sono anche altri colori».

A indossare un bell’abito e sfilare con orgoglio c’è anche Marcella Peppoloni, 83 anni, ma sembra avere 20-30 anni di meno per come si muove, cammina, sfila in perfetta autonomia, aiuta ai fornelli della taverna e… tanti saluti alle badanti!

Qual è secondo lei il futuro di questa festa?

Luigina sorride: «Se ci sarà la partecipazione di tutti, il futuro sarà roseo».

Accanto a lei c’è Ivana Stefanetti, un’altra volontaria. Di professione parrucchiera; si prende cura dei personaggi affinché tutti possano ben figurare. Sull’onda dei ricordi, cita la passata disfida fra i terzieri, quasi a voler dire che era più elettrizzante, perché le bighe erano trainate a mano, mentre oggi partecipano città da “fora le mura” e le bighe sono trainate dai cavalli.

«Per me – afferma Ivana – l’attesa era più febbrile di quella odierna, perché c’erano palpitazione e ansia. Gli atleti lasciavano brandelli di cuore ed io ne ero commossa».

Chi sono gli atleti?

«La rosa dei nomi è selezionata dalla associazione Hispellum».

Improvvisamente, irrompe nella stanza anche Mauro Batori, carico di entusiasmo ed energia nonostante il caldo torrido che fa brillare la fronte di sudore. Indossa subito il suo costume e crea un’atmosfera esplosiva.

Anche le signore si infilano gli abiti della rievocazione e tutti usciamo in strada per le foto, tra la curiosità dei turisti che passeggiano lungo via Consolare.

Fra pochi giorni, le vie del centro storico si trasformeranno in un vivace teatro a cielo aperto grazie al grande corteo storico che le attraverserà. Centinaia di figuranti animeranno l’evento, vestendo i panni di senatori autorevoli, legionari impavidi, matrone eleganti, gladiatori valorosi e cittadini comuni, tutti intenti a ricreare con passione e realismo la vita quotidiana dell’antica Roma.

Sarà un’occasione unica per fare un salto indietro nel tempo e immergersi nell’atmosfera affascinante e storicamente ricca della Città Eterna.

 

 

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