In Umbria non c’è un quadro omogeneo con la situazione fitosanitaria buona per chi ha effettuato correttamente interventi di difesa. Preoccupazioni per il mercato

PERUGIA, 11 agosto 2024  – Evidenti differenze tra Nord e Sud, con un avvio di vendemmia anticipato in alcune regioni, principalmente al Centro e in Meridione, e in linea nelle altre. Anche in Umbria buona qualità generale delle uve, benché in balia dell’evoluzione climatica, sempre più determinante.

In Centro Italia la situazione è differente da zona a zona per l’andamento meteorologico disuguale. In alcune regioni la vendemmia è già iniziata con le basi spumanti e con un lieve calo dei volumi, in altre il quadro è stazionario e le operazioni di raccolta si avvieranno la prossima settimana.

E non è un quadro omogeneo quello che si presenta oggi sul fronte viticolo pure in Umbria dove, purtroppo, in alcune zone le piogge infettanti che si sono manifestate a inizio e fine maggio, unite all’impossibilità di intervenire tempestivamente hanno determinato malattie elevate e di difficile contenimento.

Mentre per le aziende che hanno effettuato correttamente interventi di difesa nei momenti in cui la pressione delle malattie fungine è stata elevata la situazione fitosanitaria è buona.

Queste, infatti, sono in procinto di raccogliere un ottimo prodotto grazie all’adozione di servizi tecnici innovativi come quelli erogati da Cratia (agenzia formativa e organismo di consulenza di Confagricoltura Umbria al servizio delle imprese agricole e delle filiere agroindustriali), che assicurano alle aziende assistite di portare in cantina uve sane ed in quantità.

Il servizio può contare su una expertise importante che trae la sua affidabilità da iniziative progettuali che nel tempo hanno affinato il metodo di lavoro e il grado di accuratezza delle informazioni fornite alle aziende: conoscenza dei vigneti attraverso una puntuale attività di monitoraggio in campo, l’uso di dati meteo e di algoritmi di analisi.

Ciò che accomuna il comparto è poi la preoccupazione per l’andamento del mercato, con la conferma dei segnali di flessione di inizio anno che non aiutano a smaltire le giacenze, nonostante gli scarsi volumi della vendemmia 2023.

Gli operatori definiscono il mercato ‘freddo’, con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente a incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite.

www.confagricolturaumbria.it

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