Prodotti pericolosi e non sicuri quali anelli, bracciali, collane ed orecchini, in quanto privi delle informazioni minime per il consumatore

Città di Castello, 26 set. 2024 – Nell’ambito delle attività di controllo economico del territorio le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Perugia hanno predisposto un articolato dispositivo, volto a prevenire e reprimente gli illeciti in materia di abusivismo commerciale, sicurezza dei prodotti nonché di consumo e spaccio di sostanze stupefacenti.

In tale ambito, i finanzieri della Compagnia Città di Castello, durante le tradizionali fiere settembrine di Umbertide, hanno sequestrato 2.000 articoli contraffatti, per un valore di oltre 23.000 euro recanti, tra l’altro, noti brand quali Adidas e Nike ed oltre 4.000 prodotti pericolosi e non sicuri quali anelli, bracciali, collane ed orecchini, in quanto privi delle informazioni minime per il consumatore.

Nel primo caso, i 2 responsabili sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Perugia per la commissione del reati di cui all’art. 474 c.p., per aver posto in vendita al fine di trarne profitto prodotti con marchi contraffatti e all’ art. 648 c.p. per aver acquistato cose provenienti dal delitto della contraffazione, mentre nel secondo caso ai 3 responsabili sono state irrogate sanzioni amministrative fino ad euro 25.823,00 e gli stessi sono stati deferiti alle competenti Camere di Commercio.

Inoltre, in occasione degli eventi che hanno animato la “movida” dell’Alta Valle del Tevere, i finanzieri hanno effettuato numerosi controlli individuando e segnalando alla Prefettura di Perugia cinque giovani, di età compresa tra i diciotto e i venticinque anni, risultati essere assuntori di droga, sottoponendo a sequestro lo stupefacente rinvenuto.

Le attività delle Fiamme Gialle tifernati si inseriscono nel più ampio contesto dell’azione di contrasto, posta in essere dal Corpo sull’intero territorio di competenza, nei confronti di ogni forma di illegalità economico finanziaria al fine di salvaguardare la salute e la sicurezza dei cittadini. (Foto d’archivio)

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