Sindacato scettico sui nuovi Frecciarossa: per la nostra infrastruttura sono più adatti di Frecciabianca/Frecciargento che costano molto meno

Perugia, 27 set. 2024 – “Come immaginavamo il piano regionale dei trasporti si sta rivelando uno slogan elettorale. Infrastrutture e trasporti in questa regione sono ancora un miraggio”. A scriverlo in una nota è Ciro Zeno, segretario generale della Filt Cgil dell’Umbria, che parla di “una regione isolata, in cui reti stradali,  ferroviarie e infrastrutture in genere sono ferme a 5 anni fa”.

“Non abbiamo avuto momenti di crescita, non abbiamo avuto momenti di confronto e di sviluppo – insiste il sindacalista – e questo è dimostrato dal fatto che sempre meno imprese vivono il nostro territorio, sempre meno volumi di merci si muovono sulle nostre reti, sempre meno viaggiatori prendono i nostri treni e i nostri pullman. Questo – continua Zeno – è un segnale inequivocabile ed inconfutabile che la strategia messa in atto sui trasporti è sterile e non utile alla popolazione”.
Secondo Zeno, le esigenze primarie per gli umbri sono quelle di avere reti infrastrutturali utili per raggiungere ospedali e scuole e collegamenti migliori con le regioni confinanti. “Servono treni, non solo interregionali, ma Intercity e magari Frecciabianca/Frecciargento per raggiungere località anche più lontane”.
Sull’ipotesi di nuovi Frecciarossa la Filt Cgil è scettica. “Portarli ha un costo onerosissimo e avendo noi una linea dove non si possono superare i 250 Km/h non saremmo nemmeno in grado di sfruttarli appieno – spiega Zeno –
Un Frecciabianca o Frecciargento, che viaggia proprio a 250 km/h di velocità massima, ha invece un impatto economico minore sui cittadini e sugli utenti”.
“Insomma – conclude Zeno – basta con la propaganda, basta giocare con gli umbri, c’è bisogno di serietà, di disponibilità al dialogo e soprattutto di comprendere che, o questa regione fa veramente un cambio di passo, oppure, lo scivolamento economico verso Sud, così come lo spopolamento e la fuga dei giovani, continueranno a colpire duramente l’Umbria”.

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