Perugia, 9 nov. 2024 – In una nota, la  Sinistra Universitaria – UdU Perugia esprime il suo fermo dissenso rispetto al nuovo accordo territoriale sugli affitti a canone concordato, recentemente siglato da ASPPI, UPPI, ASSO CASA e SAI CISAL e pubblicizzato oggi in conferenza stampa.
“Un accordo – scrivono -che rischia di accentuare ulteriormente il divario tra i costi degli alloggi, il mercato privato e le reali possibilità economiche degli studenti universitari.
I nuovi canoni d’affitto previsti dall’accordo, superano infatti abbondantemente i 450€ al mese per una camera singola in centro città, una cifra insostenibile per la maggior parte degli studenti universitari.”
 Non solo: l’introduzione di un meccanismo di “premium”, che consente un aumento fino al 30% del prezzo iniziale, appare totalmente ingiustificato e palesemente discriminatorio nei confronti degli studenti universitari, che rischiano di trovarsi ancora più esclusi dal mercato abitativo.
Nicholas Radicchi, coordinatore UdU Perugia, commenta: “Questo accordo non è solo inaccettabile, è un atto di pura speculazione ai danni di una delle fasce più fragili della popolazione, gli studenti universitari, già duramente provati dall’incertezza dovuta alla mancanza, ai ritardi e alle promesse mancate sulle assegnazioni degli alloggi pubblici ADiSU.
Non possiamo in alcun modo accettare l’esistenza di alloggi in affitto a 1000€ al mese in periferie come Ponte Felcino o Ponte San Giovanni, uniche zone ancora a prezzi accessibili seppur gravate di tutte le problematicità del caso, in primis l’assenza della mobilità notturna”. Continua inoltre: “Per non parlare delle cifre stellari del centro storico che può raggiungere anche 1800€ al mese per un alloggio da 100 mq, per di più accordando ai proprietari tutti i benefici fiscali previsti dalla norma, con un danno alla fiscalità generale a nostro avviso evidente. Questo non è un canone calmierato, è solo puro e semplice sfruttamento”
Lorenzo Mazzola Responsabile Diritto allo Studio UdU Perugia, aggiunge inoltre: “Non possiamo tacere di fronte a questa ulteriore erosione dei diritti degli inquilini. Gli aumenti dei canoni, tramite il ‘premium’, sono una chiara violazione dei principi di equità e accessibilità, alla base della politica abitativa. Inoltre ben 5 degli elementi categorizzati come premium corrispondono ad elementi già conteggiati come elementi base oppure nel calcolo della superficie e che quindi concorrono ad aumentare il prezzo dell’immobile. Oltretutto alcuni di questi elementi non sono per niente indicativi di un alloggio di qualità: ad esempio è assurdo che, con una minima spesa da parte del proprietario per dotare un appartamento di lampadine led, venga assegnato un punto premium aggiuntivo, in grado potenzialmente di fare scattare insieme agli altri l’aumento del 30% del canone.
È fondamentale che venga garantito un sistema di affitti sostenibile per tutti, che non discrimini nessuna categoria, in particolare gli studenti, che rappresentano il 50% circa degli affitti nella città di Perugia.”
In un contesto in cui sempre più studenti si trovano a dover scegliere tra poter seguire le lezioni del nuovo anno accademico e la ricerca di un alloggio dignitoso e ad un prezzo accettabile questo accordo rischia di minare ancora di più la vivibilità dei centri cittadini ormai sempre più vittime di una turistificazione incontrollata e di un mercato degli affitti brevi turistici non regolamentato”.

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