L’Arcivescovo: «Spoleto è S. Ponziano e S. Ponziano è Spoleto. Il cittadino non è definito solo per l’uguaglianza dei diritti, ma anche e soprattutto per la diversità delle sue radici, che sono differenti tra Foligno, Terni, Perugia e Spoleto»
Spoleto, 14 gen. 2025 – Dalla Cappella Palatina del Palazzo Comunale, intitolata a S. Ponziano, alla Basilica Cattedrale: è il percorso che l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo e i presbiteri hanno compiuto processionalmente la mattina del 14 gennaio 2025, dopo aver avviato il solenne pontificale di S. Ponziano, patrono della Città di Spoleto, nel 1850° anniversario dal suo martirio.
Sceso in Via Saffi, al corteo si è aggiunto il nuovo reliquiario di S. Ponziano, portato in spalla fino in Duomo da quattro sacerdoti. Tantissimi i fedeli presenti alla liturgia, animata dalla corale diocesana. Molte le autorità civili e militari, tra cui la presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Stefania Proietti, il prefetto di Perugia Armando Gradone, rappresentanti delle Province di Perugia e Terni, il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, quello di Norcia Giuliano Boccanera, altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio dell’Archidiocesi.
La preghiera al Ponte Sanguinario
La giornata del 14 gennaio si è aperta con un momento di preghiera al Ponte Sanguinario, luogo del martirio del giovane Ponziano. L’arcivescovo Renato Boccardo, il sindaco Andrea Sisti, il vicario generale don Sem Fioretti, i Pievani delle Pievanie del Comune di Spoleto (mons. Alessandro Lucentini per quella di S. Giacomo, don Claudio Vergini per quella di S. Giovanni Paolo II, don Edoardo Rossi per quella di S. Giovanni Battista e don Pier Luigi Morlino per quella di S. Ponziano) e il cancelliere arcivescovile don Luca Gentili: tutti insieme sono scesi nel Ponte Sanguinario per una preghiera nel luogo del martirio.
Il sindaco Sisti ha acceso il cero, mentre i sacerdoti intonavano l’inno popolare del Santo: “Alla tua supplice città fedel, propizio chinati Ponzian dal ciel”. Mons. Boccardo, poi, ha infuso l’incenso in un braciere e infine con tutti i presenti ha recitato la preghiera composta per questo 1850° anniversario. All’ingresso del Ponte Sanguinario è stata installata una gigantografia di S. Ponziano, pensata e donata dall’associazione di solidarietà e volontariato “Giovanni Parenzi” di Spoleto, presieduta da Piero Meduri. I giovani della Pievania di S. Giovanni Battista, invece, hanno allestito le due fioriere poste all’inizio della scalinata. Il Ponte rimarrà aperto per tutta la giornata del 14 gennaio.
Il nuovo reliquario
Per il 1850° anniversario è stato realizzato, dalla “Bottega d’arte F.lli Savi – Orafi in Roma, il nuovo reliquario per conservare la sacra testa del Patrono. L’Archidiocesi ringrazia le Pievanie e tutti coloro che, in modi diversi, hanno contribuito economicamente all’opera: nel ciborio l’Arcivescovo ha inserito la busta dell’avvenuta collocazione della reliquia e la busta con tutti i nomi degli offerenti. Il reliquario, realizzato con bronzo argentato, oro, argento, lapislazuli naturali cabochon e quarzi citrini naturali, è ispirato alla Cattedrale di Spoleto.
La forma, infatti, è quella della guglia del campanile, dove in cima è raffigurato S. Ponziano a cavallo. Nei quattro lati, oltre allo stemma dell’Archidiocesi e dell’arcivescovo Boccardo, ci sono vari particolari della facciata e delle arcate del Duomo. Sopra la testa di S. Ponziano c’è una corona d’oro, prelevata dal precedente reliquario, donata dalla comunità pastorale di Norcia tra il 2002 e il 2010 al cui interno c’è questa scritta: “A San Ponziano, protomartire della Chiesa Spoletana-Nursina, i fedeli di Norcia promettono rinnovato impegno di vita cristiana e offrono questa aurea corona”.
La lettera della Chiesa di Spoleto-Norcia è il martirio di S. Ponziano
«S. Paolo, scrivendo ai cristiani di Corinto, dice che quella comunità, suscitata dalla sua predicazione e dalla sua testimonianza, costituisce la sua vera lettera di presentazione, scritta con lo Spirito del Dio vivente. La lettera della Chiesa di Spoleto-Norcia – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia – è il martirio di S. Ponziano, che l’ha battezzata nel sangue.
Noi guardiamo oggi al giovane Ponziano come al discepolo che ha reso a Cristo la propria testimonianza pacifica con amore e inermità accettando il martirio, è stato perseguitato e ucciso da coloro che rifiutavano il messaggio del Vangelo, ha donato la vita per la fede, e il suo sacrificio è stato come un germe che ha portato frutto».
Il messaggio di Ponziano alla società civile
«In un’epoca di secolarizzazione spinta come quella che stiamo vivendo e nella quale sembrano venir meno i segni identitari, il Patrono è per tutti il “simbolo fondatore” della memoria della comunità, la cui storia si è svolta tra passioni e lotte, tra ferite e vittorie, in un territorio che ha una sua propria identità ad un tempo civile e religiosa. Il civis (il cittadino) non è definito solo per l’uguaglianza dei diritti, ma anche e soprattutto per la diversità delle sue radici, che sono differenti tra Foligno, Terni, Perugia e Spoleto. Spoleto è San Ponziano e San Ponziano è Spoleto.
Con tutte le vicende che la storia ha visto scorrere in questi 1850 anni. Perciò bisogna parlare della “identità spoletina” (qualcuno la definisce “spoletinità”), perché chi dimentica le radici perde il futuro. Un territorio è se stesso anche in virtù delle sue tradizioni e delle sue memorie: appunto perché non dimentica quello che è sempre stato, può affermare la sua tipicità e la sua consistenza pur nel continuo mutare delle forme politiche e sociali e delle condizioni di vita.
Se non vogliamo perdere la nostra ricchezza umana e cristiana, cadendo in sterili campanilismi che dividono, dobbiamo ricuperare un’identità ricca capace di parlare agli altri. Parlare di San Ponziano, allora, è dire della memoria della nostra città e della nostra diocesi».
Il messaggio di Ponziano alla comunità cristiana
«Il patrono – ha detto ancora mons. Boccardo – è colui che “intercede”, cioè che “sta in mezzo” e “cammina in mezzo” al suo popolo, si prende cura della sua vita spirituale, ne sostiene la speranza, ne diffonde la carità, lo difende nel momento del pericolo, lo rincuora nel tempo della prova, lo sprona nel tempo delle passioni tristi».
Omaggio del gruppo di ottoni della Banda di Spoleto
Al termine della Messa, mentre la gente usciva dalla Cattedrale, un gruppo di ottoni della Banda Musicale di Spoleto, dalla loggia centrale, ha omaggiato il Santo Patrono.
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