Avrebbe occupato ben 30 ettari di terreno nella prestigiosa terra del Sagrantino  scatenando le ire dei viticoltori che erano già sul piede di guerra 

Perugia, 15 gen. 2025 – La Regione Umbria ha detto un secco “no” al progetto dell’impianto fotovoltaico Sgg Bevagna, che avrebbe occupato ben 30 ettari di terreno nella prestigiosa terra del Sagrantino.

Il disco rosso arriva direttamente dalla commissione tecnica regionale per le valutazioni ambientali, che ha giudicato il progetto come “incompatibile sotto il profilo ambientale e paesaggistico”. La località interessata, Cantalupo, avrebbe ospitato un impianto agrivoltaico di 27,06 MWp, scatenando le ire dei viticoltori locali.

A rincarare la dose è una nota ufficiale della Regione, che segnala una serie di lacune tecniche: non ci sono dettagli sufficienti sulla connessione alla rete elettrica, mancano informazioni precise sulla posizione della stazione elettrica e sul tracciato dell’elettrodotto.

Tuttavia, il parere negativo della Regione non rappresenta la parola definitiva: il destino del progetto è ora nelle mani del Ministero dell’Ambiente, che potrebbe decidere di procedere nonostante l’opposizione locale.

Il cuore del problema risiede nell’assenza di un Piano paesaggistico regionale, uno strumento che avrebbe permesso di identificare le aree non idonee per questo tipo di infrastrutture. Una soluzione alternativa, proposta in via intermedia, potrebbe essere l’individuazione delle cosiddette “aree di accelerazione”, ovvero zone dove la realizzazione di impianti energetici è facilitata.

Il parere negativo si basa su diversi punti critici: il progetto, che avrebbe coperto circa 30 ettari, è stato ritenuto incompatibile con un contesto di pregio agricolo e paesaggistico. L’area, infatti, è votata alla produzione di eccellenze come il vino Docg Montefalco Sagrantino e l’olio Dop Extravergine di oliva Umbria Colli Martani. Il Comune di Bevagna e la Provincia di Perugia avevano già espresso parere contrario.

La Regione ha inoltre sottolineato l’alto valore naturalistico e paesaggistico dell’area, caratterizzata da un panorama di qualità e da una forte esposizione panoramica. La realizzazione dell’impianto avrebbe comportato una “artificializzazione del territorio”, alterando irreversibilmente le caratteristiche culturali, simboliche ed ecologiche del paesaggio. Non è stato trascurato neanche il rischio idraulico e idrogeologico, considerata la presenza dei fiumi Topino e Clitunno e del lago dell’Aiso.

Dalla Giunta regionale, con l’assessore Thomas De Luca in prima linea, arriva un messaggio chiaro: la transizione ecologica è una priorità inderogabile, ma deve essere governata con strumenti adeguati. L’assenza di una chiara definizione delle aree idonee e non idonee rende difficile per gli investitori orientarsi e rischia di compromettere uno sviluppo armonioso e sostenibile.

La Giunta si impegna a riprendere in mano il percorso per l’approvazione del piano paesaggistico regionale e a promuovere uno sviluppo compatibile con la tutela del patrimonio naturale e culturale dell’Umbria.

(9)

Share Button