Gelati cinque anni di grande prospettiva. Negazionismo ideologico, interesse di pochissimi espropriandi, miopia politica? L’Umbria torna indietro di venti anni
Perugia, 15 gen. 2025 – Da Enrico Melasecche, Consigliere regionale, Capogruppo Lega, riceviamo e pubblichiamo la seguente nota.
Il fattaccio è avvenuto e la sindaca che prometteva ai perugini speranza a buon mercato ha fatto bocciare la mozione pro nodo delle minoranze in consiglio comunale calando la maschera del sorriso di circostanza.
Del tutto inutili le petizioni del comitato a favore. Continuare a giocare con la pelle dei ponteggiani ma anche con la vita quotidiana di decine di migliaia di perugini ed umbri, ma non solo, raccontando che si devono prima ampliare le rampe di Ponte San Giovanni e poi, dopo ulteriori eterne riflessioni si vedrà cosa fare, dimostra incompetenza ma anche molta irresponsabilità.
Il voto di ieri costituisce un atto grave perchè fa perdere probabilmente l’ultimo treno all’Umbria per risolvere il più grosso dei problemi del traffico che abbiamo, dirottando per l’ennesima volta le prime risorse che avrebbero potuto essere disponibili verso altre regioni.
L’incoerenza del PD porta a cambiare opinione sul problema del Nodo per tre volte negli ultimi cinque anni, un record assoluto di poca serietà e liquidità politica. Bori merita il suo bel tapiro d’oro.
Prima votò SI in consiglio comunale con la prima consiliatura di cdx, poi NO in consiglio comunale e regionale nei primi anni di legislatura, poi SI a Palazzo dei Priori con la seconda consiliatura Romizi e quindi SI in consiglio regionale, infine l’epilogo tragicomico di ieri del NO sinistro a Perugia.
Ma la cosa che rende ridicola la situazione, se non fosse tragica, sono le parole della sindaca che passa dal dichiarare in campagna elettorale che il Nodo “non è un problema” al gioco delle tre carte in diretta televisiva di due giorni fa: “i NO non sono NO ma sono come tanti SI” arrampicandosi sugli specchi di Palazzo dei Priori e dimenticando quanto ricorda il Vangelo “Sia invece il vostro parlare si, si, no, no, il di più viene dal maligno”. (Matteo 5, 17-37).
E’ evidente la difficoltà nella coalizione di sinistra di coniugare le promesse fatte dal campo largo nella doppia campagna a Perugia e in Regione in cui sono risuonati il ricatti dei NO ad oltranza della grillina Pavanelli in ogni assemblea a Ponte San Giovanni contro l’evidenza quotidiana dei problemi di un’area che scoppia dal traffico, dall’inquinamento, dalla inettitudine di una politica ben poco seria.
Sostenere l’ampliamento delle rampe, il minore dei tre interventi del Nodo (I stralcio, II stralcio e l’ampliamento delle rampe) solo per rinviare strumentalmente a data da destinarsi gli altri due significa buttare la palla in corner per eludere il problema del traffico Nord-Sud della E45 e quello del traffico orizzontale da Est ad Ovest e viceversa.
Va ribadito con chiarezza che l’ampliamento delle rampe di Ponte San Giovanni: migliora leggermente l’afflusso dei veicoli in salita verso la galleria dei Volumni, come migliora certamente il deflusso in discesa dalla stessa galleria sulla rampa verso Terni- Roma ma non risolve minimamente nè il problema di Ponte San Giovanni nè quello del traffico di attraversamento delle gallerie che si riversa dentro Perugia ad ogni incidente e creerà problemi enormi appena l’ANAS deciderà di metter mano per anni in notturna al progetto di messa a norma delle gallerie.
Il tratto maledetto Collestrada-Ponte San Giovanni scoppia ed ogni giorno possono accadere incidenti anche gravi di cui si assume la responsabilità chi torna a traccheggiare nell’attesa che i problemi si risolvano da soli. Nella legislatura appena conclusa abbiamo affrontato seriamente il problema come non mai ed appare singolare che oggi Palazzo dei Priori rinneghi persino le linee che la sinistra al governo precedente aveva seguito.
Come potrà un qualsiasi governo, di qualsiasi colore politico, finanziare un’opera del genere contro la volontà espressa da Comune, Provincia e Regione?
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