La proposta dell’Arcivescovo al Ponte Sanguinario: «Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”»

Spoleto, 15 gen. 2025 – Nel pomeriggio di ieri la festa di S. Ponziano, patrono di Spoleto, è proseguita con la celebrazione dei Secondi Vespri in Duomo presieduti dall’arcivescovo Renato Boccardo.

Così come al mattino per il solenne pontificale, tanti i fedeli che hanno voluto rendere omaggio al Santo nel 1850° anniversario dal suo martirio. Diversi anche i sacerdoti presenti e alcuni monaci benedettini di S. Benedetto in Monte di Norcia con il padre abate Benedetto Nivakoff. La Città era rappresentata dal vice sindaco Danilo Chiodetti.

Al termine dei Vespri è partita la processione per il ritorno della reliquia nella Basilica di S. Ponziano. Il corteo, come da tradizione, è stato aperto da un gruppo di cavalli e cavalieri, tra cui tanti bambini dei centri ippici della zona. C’erano poi rappresentanti di Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Esercito, Polizia Locale, così come di tante associazioni di volontariato, di confraternite e di gruppi di volontariato.

La processione quest’anno, nel ricordo appunto del 1850° dal martirio di S. Ponziano, ha fatto tappa al Ponte Sanguinario, luogo della decapitazione del giovane. Piazza della Vittoria era gremita di persone, nonostante il freddo pungente. L’arrivo della reliquia è stato salutato dal suono delle trombe della Banca musicale di Spoleto.

Poi, è stata letta una parte della passione di S. Ponziano, i musicisti hanno suonato l’inno al martire, l’Arcivescovo ha incensato la reliquia e, finito il canto, ha recitato la seguente preghiera: “A te, giovane Ponziano, da questo luogo che conserva la memoria  della tua suprema testimonianza a Cristo Signore, vincitore della morte e datore di vita, rivolgiamo oggi la nostra preghiera, fiduciosi nella cura attenta che da secoli riservi alla nostra città e diocesi,  che ti riconoscono e invocano quale patrono e avvocato presso Dio. Guarda la nostra Chiesa diocesana: sia per tutti casa e scuola di comunione, luogo in cui il Vangelo del tuo Figlio è annunciato e vissuto.

Guarda le nostre famiglie:  rendile forti nell’amore e nella fedeltà. Custodisci i nostri giovani:  siano ardenti e generosi nel cammino della vita. Sostieni gli anziani e gli ammalati: la tua protezione li conforti e li consoli. Preservaci dal male dell’anima e del corpo. Difendici dalle catastrofi naturali. Guarda la nostra Città: fa’ che fioriscano in essa  la giustizia e la concordia, perché tutti possano godere  di un vero progresso e conoscere una stagione  di prosperità e di pace”.

E poi, prima di ripartire con la processione fino alla Basilica, mons. Boccardo ha detto: «Questo luogo ci ricorda plasticamente l’eroicità del dono che S. Ponziano ha fatto della sua vita per essere fedele a Cristo. Impariamo da lui la fortezza, il coraggio, la generosità, la mitezza, la dolcezza, l’amore reciproco e il perdono che ci servono per dare contenuti forti alle nostre giornate.

Mentre saluto tutti voi e vi ringrazio di questa partecipazione corale e significativa, mi viene un’idea che potremmo tentare di elaborare e presentate a chi di dovere. Siamo qui al Ponte Sanguinario, il luogo dove S. Ponziano è stato martirizzato. Perché non dedicare a lui questa parte della piazza? Perché non chiamare questo luogo “Largo S. Ponziano?”.

Potrebbe essere un punto di riferimento e una memoria costante, perché qui, dal sangue di questo martire, è nata la nostra Chiesa e questa comunità che ancora oggi si affida a lui». Un lungo applauso ha salutato la proposta dell’Arcivescovo.

Arrivo a S. Ponziano, saluto e benedizione ai cavalieri. La processione dal Ponte Sanguinario è poi giunta alla Basilica dedicata al Santo. Prima dell’ingresso in chiesa l’Arcivescovo, i presbiteri, i fedeli, le autorità e la reliquia hanno fatto una sosta e mons. Boccardo ha avuto l’occasione per ringraziare: «Rivolgo un saluto particolare ai cavalli e ai loro cavalieri. S. Ponziano è stato definito cavaliere: giovane, forte e coraggioso.

Dall’immagine del cavaliere traiamo un messaggio per noi. I cavalieri sono coloro che guidano il cavallo, che gli danno un orientamento e una direzione. La domanda che ci poniamo è: chi guida la mia vita? Il cavallo o il cavaliere? Sappiamo che tutti noi portiamo dentro un cavallo pazzo e che tante volte non riusciamo a dominare. Allora da questa bella celebrazione raccogliamo una domanda: la mia vita la guido io o il mio cavallo? Il contenuto chi lo definisce? Torniamo a casa con questa domanda e proviamo a trovare una risposta che deve essere un orientamento per tutta l’esistenza».

Arrivo in chiesa. L’ultimo momento della processione è stato l’ingresso della reliquia nella chiesa dedicata al martire. E l’Arcivescovo, prima della benedizione finale, ha detto: «Grazie a tutti a coloro che hanno contribuito alla buona riuscita della festa: all’Amministrazione comunale che ha seguito con generosità e attenzione la preparazione di questo momento; alla Curia arcivescovile che ha previsto e curato quanto abbiamo pensato.

Ma soprattutto grazie a Spoleto e ai suoi cittadini. Rinnovare nel tempo la memoria di Ponziano ci fa dire che siamo spoletini, e quindi “ponzianini”, ogni giorno dell’anno: coraggiosi, fedeli e con un cuore dilatato come ha fatto il nostro patrono». La serata si è conclusa con la Messa presieduta da don Pier Luigi Morlino pievano della Pievania di S. Ponziano.

 

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