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“Vicenda poco conosciuta, da ricordare in questo momento in cui la pace è in pericolo”. A Perugia iniziativa dedicata ai 600mila internati militari italiani
Perugia, 24 feb. 2025 – A Perugia si è tornato a parlare della drammatica vicenda degli internati militari italiani, i circa 600mila soldati del Regio esercito che dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 furono catturati dall’esercito tedesco e rinchiusi nei lager perché rifiutarono di aderire alla guerra nazifascista.
Sabato 22 febbraio, infatti, lo Spi (Sindacato pensionati italiani) Cgil di Perugia, Corciano e Torgiano, attraverso il Coordinamento donne, ha organizzato alla sala della Vaccara, nel cuore del capoluogo umbri, un incontro di approfondimento sul tema in occasione delle celebrazioni per l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.
All’iniziativa sono intervenuti Luigino Ciotti, autore del libro ‘I campi di Tullio – La storia di un internato militare italiano’, Amedeo Zupi, esperto storico della Cgil, e Lucia Maddoli, consigliera del Comune di Perugia. A coordinare i lavori è stata Maria Gabriella Suella, coordinatrice dello Spi Cgil di Perugia, Corciano e Torgiano. Dopo le relazioni sono state lette testimonianze tratte dai diari degli internati.
“Le ragioni che ci hanno portato a scegliere questa iniziativa di valenza storica – ha spiegato Suella – è stata la curiosità sull’argomento poco conosciuto e poco ricordato, nonostante che una legge del 2020 impone di ricordare gli Imi al pari dei martiri della Shoah.
Nella fase di disfatta del regime nazifascista, alle truppe Italiane fu imposto un ultimatum: aderire alla repubblica fascista di Salò, oppure passare agli ordini dell’esercito tedesco. La terza soluzione sarebbe stata la deportazione nei campi di concentramento tedeschi.
Molti non accettarono le prime due soluzioni e furono inviati nel campo di lavoro, sparsi in tutta la Germania. Tanti di questi soldati morirono di stenti e quelli rimasti tornarono a casa provati malamente nel fisico e nello spirito. Questa iniziativa ha particolare valenza in questo momento in cui il mondo è colpito da guerre e la pace è sempre più in pericolo.
La pace deve essere la parola d’ordine ricorrente. La costituzione italiana dice: ‘L’Italia ripudia la guerra’. Questo dobbiamo ricordare ai nostri governanti. Vogliamo tavoli di pace reali – concludono dall’organizzazione sindacale – dove la diplomazia affermi questi valori, così come ha ricordato la consigliera comunale con delega alla pace, Lucia Maddoli.
Il pensiero è inoltre rivolto verso i teatri di guerra in Europa e Medio Oriente con la speranza di una pace immediata che ridia ai popoli la pace”.
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