Incontro fra gli artisti di “Spazio 121 Arte dal 9 al 23 marzo per verificare i singoli linguaggi espressivi e valorizzare le diverse strade che creano la comunicazione artistica 

Foligno, 25 feb. 2025 – Questa seconda  edizione viene realizzata a Foligno negli ambienti espositivi di Palazzo Trinci, evidenziando il concetto di unificazione spazio temporale in un luogo ricco di storia  unendo il passato al presente: un’opera d’arte architettonica del XIV secolo e le forme artistiche contemporanee, come unione ideale tra le storiche architetture, l’operato degli artisti e il pubblico attuale.

Spazio 121 Arte dopo essersi proiettata “Oltre I confini“, con “Intra Moenia” vuole guardare tra le mura dell’associazione vista come luogo congiuntivo di attraversamenti, ma soprattutto luogo di relazione e realizzazione fra persone che entrano in dialettica attraverso i loro linguaggi espressivi.

Un incontro per creare “Ponti” attraverso il lavoro e l’impegno di tutti i nostri associati.

Un messaggio per rappresentare silenzi, stupori, visioni della memoria, protesta, impegno civile.

Un progetto per “mostrare” l’esigenza di essere “significanti” e parlare agli “altri” per nuovi attraversamenti da praticare, per indagare nuovi orizzonti e nuove magie di ricostruzioni ideali.

L’aspettativa è quella di avviare un dialogo che amplia la funzione pubblica dell’Arte che non vuole isolarsi, ma che vuole comunicare un “segno” diverso del vivere e del pensare e suscitare riflessioni sulla specificità e i limiti dei linguaggi artistici e sul modo attuale del fare arte.

Ogni autore ha proposto una sua tematica, il che ha determinato la coesistenza di diversi modi di scrittura (che però sembrano combinarsi bene), per un sostanziale contributo all’arricchimento linguistico/tematico e per scoprire diversi aspetti della realtà.

Oltrepassare i limiti dell’arte ed entrare nella vita. Diverse tecniche, diversi materiali e diversi processi produttivi, alla ricerca di un contatto più diretto col pubblico.

Trasmettere l’immagine per dare nuova sostanza alle cose. Il credo non è nell’espressività, ma nell’idea di un fare artistico razionale: un operare all’interno della dottrina dell’arte, dove creatività e funzione scorrono paralleli e a volte si intrecciano.

Vivere l’arte come un continuo pellegrinaggio in territori diversi e in direzioni plurime.

Tra gli insegnamenti il più radicale è stato quello di mettere in crisi e di rifiutare le definizioni per risvegliare una creatività aperta e liberata verso territori non più dominati da pregiudizi.

Questa collettiva presenta le opere di 34 artisti, una pluralità di voci, fra loro anche molto distanti, che si fanno sensibili interpreti attraverso l’utilizzo di forme espressive e di stili che vanno dal figurativo all’informale, passando attraverso l’astrattismo e il simbolismo, fino alla sperimentazione di linguaggi innovativi, frutto di una miscellanea di esperienze e di ricerche.

Un universo in cui convergono diverse espressioni d’arte messe in relazione e in dialogo con l’ambiente che si riverberano poi nell’architettura, arrivando a costruire contrappunti ambientali al fine di costruire rappresentazioni che uniscono l’immaginario e il reale.

Ciascuno dei 34 artisti ha comunicato attraverso il filtro della propria sensibilità, espressività ed esperienza, dando vita a un percorso espositivo che si caratterizza per la coesistenza di stili differenti e la varietà di tecniche: pittura, scultura, fotografia, installazioni.

In sintesi: Diversi artisti, diversi linguaggi, diverse forme d’arte ma l’insieme è un “unicum” una unica seppure complessa opera d’arte.

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