Commovente Riconoscimento del Museo dell’Emigrazione a Domenico Santinelli, dall’Umbria a Liegi per lavorare in minera, tra gli ultimi testimoni di quella epopea

Gualdo Tadino (PG), 7 marzo 2025 – Grande partecipazione e commozione per l’iniziativa che si è svolta presso la Mediateca del Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti a Gualdo Tadino.

Un folto pubblico ha preso parte alla presentazione del libro “Per un sacco di carbone – Ieri e oggi” di Maria Laura Franciosi, edizioni San Paolo, che ripercorre la tragica strage di Marcinelle (1956) e le storie di sacrificio e speranza dei minatori italiani in Belgio. La pubblicazione uscita per la prima volta nel 1996, ormai introvabile, è stata rieditata grazie al supporto di Federazione ACLI Internazionali.

L’evento, promosso dal Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti con il patrocinio del Comune di Gualdo Tadino, in collaborazione con le ACLI, ha visto momenti di grande intensità.

Tra questi, il commovente conferimento dell’Attestato di riconoscimento a Domenico Santinelli, classe 1928, emigrato da Costacciaro in Belgio a soli 17 anni per lavorare nelle miniere di carbone di Liegi, oggi uno degli ultimi testimoni di quell’epopea.

“A soli 17 anni, in un periodo di grande difficoltà per l’Umbria e per l’Italia, Domenico Santinelli, ha intrapreso l’emigrazione verso il Belgio, dove ha lavorato per circa 10 anni nelle miniere di carbone di Liegi, svolgendo un’attività estremamente pericolosa e gravosa”, recita un estratto dell’attestato, che sottolinea il coraggio e la determinazione di un uomo che ha vissuto “una vita segnata da impegno, sacrificio e coraggio”.

Un altro momento significativo è stato la donazione da parte di Ilva Galassi di Fossato di Vico, di alcuni documenti relativi alla storia dell’emigrazione dei suoi genitori emigrati in Belgio, un prezioso contributo alla memoria collettiva.

La presentazione, moderata dalla direttrice del Museo dell’Emigrazione, Catia Monacelli, ha visto l’autrice Maria Laura Franciosi dialogare con Matteo Bracciali, Vice Presidente della Federazione ACLI Internazionali, offrendo spunti di riflessione sul sacrificio e la dignità del lavoro.

“Ho voluto dare voce a chi non l’aveva, raccogliendo le testimonianze di sopravvissuti e familiari per raccontare non solo la tragedia, ma anche la forza, il coraggio e la resilienza di queste persone”, ha affermato Maria Laura Franciosi.

“Iniziative come queste sono fondamentali per mantenere viva la memoria di un pezzo importante della nostra storia e per trasmettere alle nuove generazioni i valori di solidarietà e resilienza che hanno caratterizzato l’emigrazione italiana”, ha sottolineato Catia Monacelli. L’iniziativa ha riscosso un grande successo, confermando il ruolo del Museo Regionale dell’Emigrazione Pietro Conti come luogo di memoria storica, riflessione e dibattito.

 

 

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