
Perugia 7 mar. 025 – La nota e gli auguri a tutte le donne della Presidente della Regione Stefania Proietti .La Giornata dell’8 marzo è una ricorrenza che a ognuno rinnova la forza per rendere sostanziale l’emancipazione delle donne, ricordandoci che tutti i traguardi conquistati sinora sono tappe di un percorso che è ancora pieno di discriminazioni.
In questa occasione, mi piace però riprendere una notizia positiva che apre comunque a una riflessione. Secondo il report elaborato da Manageritalia sugli ultimi dati ufficiali disponibili dall’Inps, cresce la managerialità italiana nel settore privato (+2,6% nel 2023), con un aumento dovuto principalmente alla componente femminile che segna un incremento del 5,1 per cento delle donne e dell’1,9 per cento degli uomini.
Si conferma, quindi, la forte rincorsa verso la parità delle donne dirigenti, cresciute del 101,5 per cento dal 2008 al 2023 (-2,8% gli uomini e +9,6% il totale dirigenti), oggi pari al 21,9% del totale (21,4% nel 2022, 20,5% nel 2021 e 19,1% nel 2020).
La soddisfazione che le donne trovano un loro spazio non può comunque impedirci di riflettere sul fatto che questo divario esiste e che alle donne spesso, non basta un alto livello di studi e di competenze, perché a frenare la vera parità nel mondo del lavoro è un altro genere di barriere. In apparenza invalicabili, quanto più invisibili.
Quindi, la vera sfida che tutte le donne devono affrontare è quella di raggiungere un’uguaglianza non formale. Per questo c’è ancora da fare e le istituzioni hanno il dovere di programmare politiche e azioni con al centro l’obiettivo della “parità sostanziale”.
Per esprimere al meglio le loro competenze e la loro professionalità, a differenza degli uomini, le donne hanno ancora bisogno di essere sostenute da una rete di politiche sociali con al centro strategie che favoriscano la conciliazione tra i tempi di cura e di lavoro, quindi politiche di welfare concentrate alla non autosufficienza, ai servizi sociosanitari, con un occhio attento agli asili e ai servizi scolastici. Perché occorre sempre ricordare che una donna costretta a scegliere se lavorare o diventare mamma, di certo non è una donna libera, così come non è sana una società che non investe sulla crescita e sul futuro attraverso il cambio generazionale.
Ma il tema della libertà non può non richiamare l’attenzione su un fenomeno ripugnante come quello della violenza contro le donne che ha raggiunto livelli preoccupanti: la violenza di genere e in famiglia infatti è uno dei più grandi problemi sociali attuali, che ci interroga tutti sulle cause e obbliga ognuno, a partire dalle istituzioni, a fare la propria parte.
L’Umbria ancora una volta per ben sei legislature, ha scelto una donna come presidente della Regione, un segnale forte in controtendenza rispetto al resto del paese in cui i presidenti di regione sono al 90 per cento uomini. Questa grande fiducia rappresenta un segno forte che ci spinge a orientare fortemente l’azione di governo al sostegno della rete di protezione delle donne, ma anche a strutturare percorsi di presa in carico per chi agisce in modo violento, con una grande attenzione alla formazione e educazione dei giovani che dovrà essere sempre più improntata al rispetto della persona.
Come presidente della Regione Umbria sento questa responsabilità e il mio impegno è di lavorare per rendere effettivamente esigibili tutti i diritti delle donne senza permettere nessun arretramento.
Con questo animo propositivo, voglio augurare buon 8 marzo a tutte.
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