
L’esortazione di Cesare Galletti, presidente dell’asd Francesco nei sentieri, che si occupa del decoro e della cura di questo luogo, arriva in occasione del convegno dedicato al “primo giardino” di Perugia dal forte valore storico
Perugia, 10 marzo 2025 – Una sala gremita, la Capitolare del Museo archeologico nazionale dell’Umbria (Manu), ha ospitato l’incontro ‘I Giardini del Frontone di Perugia, dalla necropoli ai giorni d’oggi’, promosso dall’associazione sportiva dilettantistica Francesco nei sentieri, in sinergia con Comune di Perugia e associazione Radici di pietra, e con il patrocinio del Ministero della Cultura, dei Musei italiani e del Manu.
Una riflessione sul valore e sul ruolo del “primo giardino della città” a cui hanno preso parte Cesare Galletti, presidente dell’Asd Francesco nei sentieri, Michele Bilancia, presidente di Radici di Pietra e David Grohmann, assessore ad Ambiente, Aree verdi e Rigenerazione urbana del Comune di Perugia. Sono intervenuti, inoltre, Tiziana Caponi, direttrice del Museo nazionale archeologico dell’Umbria, che ha parlato dell’antico sito archeologico del Frontone e della sua evoluzione in epoca antica; la storica dell’arte Maria Rita Silvestrelli che ha analizzato l’area del Frontone e l’ambito urbano all’epoca di Braccio; l’architetto Maria Carmela Frate che ha illustrato ‘I giardini dell’Arcadia’ e il professore Franco Mezzanotte con un focus sul legame tra i Benedettini e i Perugini.
Cesare Galletti ha esposto l’obiettivo dell’iniziativa e cioè sensibilizzare i cittadini sull’importanza storica e culturale di questo spazio verde della città e sulle problematiche riscontrate dall’asd Francesco nei sentieri nel prendersi cura di questo spazio verde, specialmente in vista dell’aumento del turismo. “Serve una fruizione più razionale da parte della comunità – ha detto Galletti –.
Ho documentato parecchie anomalie di comportamento e utilizzo del Frontone sedimentate negli anni, che fanno sì che il Frontone sia un giardino, non dico dimenticato, ma utilizzato in maniera veramente impropria. Mi riferisco a parcheggi selvaggi, a eventi che potrebbero essere svolti in altri luoghi, così da non ‘sequestrare’ questi giardini durante la bella stagione, perché sono un bene di tutti”.
Bilancia ha poi sottolineato come i Giardini del Frontone connettano storicamente e culturalmente le diverse parti della città e come la loro conoscenza sia fondamentale per una rinnovata integrazione tra la Perugia antica e quella moderna. “La città allargata non si è mai integrata con quella antica – ha spiegato Bilancia –.
Basti pensare al fenomeno dello spopolamento dei centri storici che interessa non solo Perugia ma tante altre città, un segnale di disinteresse verso il patrimonio del passato. Un’integrazione tra queste due parti diventa assolutamente necessaria perché quella vecchia porti l’esperienza del vissuto a quella nuova e quella nuova porti dentro la città vecchia l’esigenza della contemporaneità”.
“L’area del Frontone è molto importante per la città etrusca di Perugia – ha spiegato Caponi –. È stata sede di una necropoli piuttosto estesa non solo in corrispondenza dell’attuale abbazia di San Pietro ma anche nella parte che scende verso Ponte San Giovanni, in corrispondenza della chiesa di San Costanzo. La dobbiamo considerare come un’unica necropoli che ha avuto uno sviluppo cronologico abbastanza lungo a partire dal V secolo fino a tutta l’età ellenistica.
I due nuclei sono stati sottoposti agli scavi rispettivamente per San Costanzo nell’arco del Settecento e per l’area di San Pietro nel corso dell’Ottocento. I materiali hanno avuto quindi anche una dispersione nel corso del tempo, tanto che un nucleo della collezione è attualmente conservato nel Museo archeologico di Napoli.
Tra i materiali più importanti si trova il cratere a campana del pittore dei Niobidi con il mito di Tritolemo che consegna la tradizione legata all’agricoltura all’umanità sotto l’egida di Demetra e di Persefone. L’area è stata indiziata anche per la presenza di una terracotta architettonica, indice di una frequentazione a scopo sacro, probabilmente un santuario periurbano”.
“I Giardini del Frontone sono un bene identitario per la nostra città – ha dichiarato Grohmann –. Proprio davanti al cancello d’ingresso c’è il monumento ai caduti del 20 giugno 1859, probabilmente l’evento storico che maggiormente unisce i cittadini di Perugia. Questo luogo ha un’importanza particolare e speciale, è l’unico giardino storico in senso proprio della nostra città.
Rispetto al loro utilizzo, dobbiamo capire come trovare l’equilibrio tra la tutela di quello che deve essere preservato e conservato e quello che, diciamo, può evolvere per accogliere le funzioni di una società che nel tempo è andata trasformandosi. Chi, come me, è nato negli anni ’70 li ricorda come il luogo dei primi concerti di Umbra Jazz ma anche del cinema all’aperto d’estate. Concordo con il dottor Galletti sulla necessità di prendersi cura dei beni comuni, anche se a volte i mezzi e gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono sufficienti per raggiungere il livello di cura che gli spazi meriterebbero e che noi vorremmo dedicare loro”.
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