
Inaugurazione domenica 23 marzo 2025, ore 11.30
Spoleto, 13 marzo 2025 – Domenica 23 marzo 2025, a partire dalle ore 11.30, è in programma l’inaugurazione delle nuove mostre a Palazzo Collicola, a Spoleto.
Il ciclo, che durerà per tutta la stagione primaverile, fino agli inizi di giugno 2025, include tre nuovi progetti espositivi: una mostra collettiva dal titolo Il campo espanso, a cura di Simone Ciglia; una mostra personale di Jacopo Miliani dal titolo Abeceda, a cura di Maria Paola Zedda; una mostra personale, accompagnata da una performance, di Francesco Cavaliere, a cura di Saverio Verini. Con questa serie di appuntamenti, Palazzo Collicola entra così nel vivo del venticinquesimo anno dalla sua apertura: un traguardo che sarà celebrato per tutto il 2025 con un ricco programma di iniziative.
Il piano terra del museo ospiterà la mostra collettiva Il campo espanso. Arte e agricoltura in Italia dagli anni Sessanta a oggi, a cura di Simone Ciglia. Il progetto espositivo, che vede la partecipazione di oltre trenta artisti, si propone di esplorare il territorio artistico all’intersezione tra arte contemporanea e ruralità in Italia, partendo da uno sguardo sulla storia recente per ripercorrere alcune linee fondamentali di ricerca dal secondo Novecento.
Il processo di allargamento delle frontiere artistiche che ha segnato il XX secolo ha prodotto un “campo espanso” (secondo la definizione della studiosa Rosalind Krauss) aperto a idee, pratiche ed esperienze ritenute in precedenza estranee alla sfera artistica.
Ai confini con i territori della natura, del paesaggio, dell’alimentazione e dell’ecologia, l’agricoltura è assunta come materia d’investigazione artistica in senso nuovo. Da soggetto paesaggistico a motivo di genere, da riflesso del rapporto uomo-natura a spazio di rivendicazione socio-politiche, a partire dagli anni Sessanta del Novecento la ruralità acquista nell’ambito dell’arte declinazioni sempre più complesse, entrando a far parte di un ecosistema articolato secondo direttrici diverse, ora legate all’immagine, ora al senso della storia e dell’identità, ora al fare e al vivere.
L’esposizione trova il motivo iniziale dalla constatazione di un ritorno del rurale nell’arte a cavallo del XXI secolo. Da un lato, questo ritorno prosegue alcuni orientamenti consolidati nella storia dell’arte, come i generi del paesaggio e del ritratto, nonché la rappresentazione del lavoro e l’indagine sul rapporto fra essere umano, ambiente e natura.
Questi antecedenti storici sono documentati da una selezione di opere della collezione di Palazzo Collicola – Galleria d’Arte Moderna G. Carandente, che connettono materialmente la mostra al patrimonio museale e del territorio. Dall’altro, intorno a questo “campo espanso” si è costituito recentemente un sistema che sviluppa la pratica artistica attraverso il concorso di figure, spazi e istituzioni diverse: residenze artistiche, associazionismo culturale, aziende agricole, collettivi curatoriali e istituzioni museali. A questi aspetti – fra continuità e rinnovamento – sono dedicate le sezioni tematiche in cui si articola la mostra.
L’esposizione nasce da una ricerca condotta dal curatore e confluita nel libro Il campo espanso. Arte e agricoltura in Italia dagli anni Sessanta a oggi, pubblicato da CREA nel 2015. Gli artisti coinvolti, anche grazie a prestiti e collaborazioni con istituzioni quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, sono: Stefano Arienti, Massimo Bartolini, Riccardo Baruzzi, Elisabetta Benassi, Joseph Beuys, Alighiero Boetti, Claudio Costa, Enzo Cucchi, Mario Giacomelli, Luca Francesconi, Leoncillo, Marzia Migliora, Elisa Montessori, Luigi Ontani, Pino Pascali, Luca Maria Patella, Diego Perrone, Armando Pizzinato, Moira Ricci, Lorenzo Scotto di Luzio, Bruno Toscano.
La mostra vede inoltre la partecipazione delle residenze Interferenze / Liminaria; Pollinaria con Futurefarmers e Daniela D’Arielli; e dell’azienda Agricola Due Leoni con Carlo Angelini, Marina Apollonio, Dennis Balk, Alan Belcher, Guillaume Bijl, Nicolas Boulard, Francesco Ciavaglioli, Jeremy Deller, Mark Dion, Ryan Gander, Liam Gillick, Marc Goethals, KAWS, Alexandra Kehayoglou, Peter Kogler, Joseph Kosuth, Richard Merkle, Jonathan Monk, Emilio Prini, Vladimir Radunsky, Steve Reinke, David Shrigley, Diana Thater, Cosima von Bonin, Heimo Zobernig, e delle Fondazioni: Fondazione La Raia con Teresa Giannico e Francesco Jodice; Parco Arte Vivente (PAV) con Regina José Galindo, Fernando García-Dory, Piero Gilardi, Ugo La Pietra, Claire Pentecost, Petr Štembera, Wurmkos; No Man’s Land con Jean-Baptiste Decavèle e Yona Friedman
Al secondo piano sarà allestita Abeceda, mostra personale dell’artista Jacopo Miliani a cura di Maria Paola Zedda. L’esposizione è il frutto dell’aggiudicazione da parte dei Musei Civici di Spoleto dell’avviso pubblico PAC2024 – Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano.
La mostra propone una serie di lavori realizzati dall’artista tra il 2014 e il 2015 e ora acquisiti dal Museo. Il corpus di opere si situa al confine tra diverse discipline e metodologie espressive tra i quali emerge la relazione tra fotografia, performance e linguaggio verbale. Nella relazione tra queste componenti c’è una connessione con opere del passato della collezione di Palazzo Collicola, come quelle relative alla poesia visiva e all’arte concettuale italiana.
Tra le opere acquisite c’è anche una performance ideata dall’artista dal titolo Linguaggio che verrà realizzata a Spoleto in occasione dell’opening grazie alla collaborazione con l’associazione culturale La MaMa Umbria International, con sede a Spoleto. A fianco del progetto espositivo, Abeceda prevede anche la realizzazione di una pubblicazione a carattere didattico-scientifico edita da ViaIndustriae Publishing e un workshop incentrato sulla costruzione del linguaggio e la relazione con il corpo, sempre in collaborazione con La MaMa Umbria International.
La Galleria del Piano Nobile di Palazzo Collicola, infine, vedrà la presenza delle opere di Francesco Cavaliere. La pratica dell’artista si articola attraverso un linguaggio espressivo multiforme, che include scultura, performance, interventi sonori.
L’agenda delle formiche, questo il titolo della mostra a cura di Saverio Verini, si concentra nella lunga Galleria del Piano Nobile, offrendo una panoramica sull’eclettica produzione di Cavaliere: presenze scultoree e opere di piccolo formato ruotano attorno a una grande scultura in ottone munita di due megafoni, che sarà attivata dall’artista attraverso una performance il giorno dell’inaugurazione (ore 15.00), un’azione che pone al centro la componente orale e affabulatoria, tipica del lavoro di Cavaliere.
Nell’arco del fine settimana tra sabato 22 e domenica 23 marzo si segnalano inoltre le Giornate di Primavera del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano). Durante i due giorni dell’iniziativa, i volontari del FAI accompagneranno i visitatori in un affascinante percorso tra i resti del patrimonio industriale di Morgnano, frazione di Spoleto: un’opportunità che consentirà di esplorare in autonomia un’altra delle sedi dei Musei Civici di Spoleto, il Museo delle Miniere, scoprendo così un capitolo importante della storia industriale e per entrare in contatto con la memoria di chi ha vissuto e lavorato in questa realtà, in corrispondenza della Giornata della Memoria e dell’Identità Cittadina. Le Giornate di Primavera del FAI si terranno in tutta Italia e vedranno aperture straordinarie e visite guidate in 400 città alla scoperta di 750 luoghi di storia, arte e natura.
Inoltre, sempre nella giornata di domenica 23 marzo, a partire dalle ore 15.30, al museo di Palazzo Lucarini a Trevi inaugurerà la mostra Il diavolo mangia zuppa calda, che riunisce i lavori degli artisti invitati alla terza edizione di D3cam3ron3, residenza artistica ideata da Francesca Cornacchini: Pier Alfeo, Sveva Angeletti, Cristiano Carotti, Giorgio Di Noto, Gabriele Ermini, Andrea Mauti, Lorenzo Silvestri, Carlotta Valente. Curatori: Irene Angenica, Davide Lunerti.
In concomitanza, nella chiesa di Palazzo Lucarini, inaugurerà anche il nuovo appuntamento della serie Boys don’t cry, dal titolo Minima Carnascialia, con un’installazione di Giosuè Vendepane, a cura di Maurizio Coccia e Mario Consiglio. La scelta di inaugurare nello stesso giorno le mostre a Spoleto e Trevi, in due sedi poste a pochi chilometri di distanza, rappresenta la volontà di instaurare una collaborazione e una sinergia tra le istituzioni artistiche impegnate sul fronte della promozione dell’arte contemporanea in Umbria.
“Con questa serie di mostre si inaugura la programmazione espositiva del 2025: un anno importante per Palazzo Collicola, visto che coincide con il venticinquesimo anno dalla sua apertura” – commenta il direttore dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini. “L’intenzione è quella di proporre mostre di alto profilo, tra collettive e personali, che possano offrire uno sguardo sulle molteplici declinazioni dei linguaggi della contemporaneità e parlare così a pubblici diversi, grazie al coinvolgimento di artisti e curatori il cui lavoro è riconosciuto anche al di fuori dei confini nazionali”.
“Apriamo la stagione primaverile di Palazzo Collicola con tre progetti artistici che riteniamo possano essere di grande interesse per il pubblico” – sono le parole del vicesindaco con delega alla,valorizzazione delle culture, Danilo Chiodetti. “Il lavoro attento e puntuale del direttore artistico dei Musei Civici di Spoleto, Saverio Verini, ci consente di esplorare il mondo dell’arte contemporanea attraverso tre declinazioni interpretative, tre contributi artistici di notevole valore: una mostra collettiva e due personali, accompagnate da performance. A 25 anni dalla nascita della Galleria d’Arte Moderna, frutto della volontà e dell’amore per Spoleto dell’indimenticato Giovanni Carandente, questo nuovo ciclo di mostre rappresenta un’ulteriore occasione per celebrarne il ricordo e rendere omaggio al suo inestimabile lavoro”.
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