Secondo il report della Camera di Commercio dell’Umbria nell’ambito del “Progetto Fenice”, i comuni più colpiti dal sisma del 2016 superano – in vari dati per la prima volta – i livelli pre-terremoto

Perugia, 5 aprile 2025 – È il 2024 l’anno decisivo: la Valnerina segna il punto di svolta economico dopo il terremoto del 2016. I 14 comuni umbri più duramente colpiti – esclusa Spoleto, che rappresenta un caso a sé – mostrano segnali concreti di rilancio. Meno imprese inattive, più lavoratori stabili, crescita significativa di produzione e valore aggiunto, aumento della solidità finanziaria: i numeri parlano chiaro.

A dirlo è il report della Camera di Commercio dell’Umbria elaborato nell’ambito del Progetto Fenice, realizzato in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia, il Comune di Norcia e la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Obiettivo: ricostruire sviluppo e fiducia in un’area duramente colpita dal sisma.

La dichiarazione di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria

“I dati del 2024 confermano che la Valnerina ha imboccato la strada del rilancio. Il lavoro congiunto delle istituzioni, delle imprese e delle comunità locali ha cominciato a dare frutti concreti.

Oggi vediamo meno imprese ferme, più occupazione vera, una crescita della solidità economica e un aumento delle imprese strutturate, capaci di competere. La Camera di Commercio dell’Umbria ha creduto sin dall’inizio nel Progetto Fenice, convinta che la ricostruzione debba passare non solo dalle case, ma anche dal tessuto produttivo. Ora la sfida è consolidare questi risultati nel tempo, guardando con realismo ma anche con fiducia al futuro”.

È il 2024 l’anno decisivo: la Valnerina segna il punto di svolta economico dopo il terremoto del 2016. I 14 comuni umbri più duramente colpiti – esclusa Spoleto, che rappresenta un caso a sé – mostrano segnali concreti di rilancio. Meno imprese inattive, più lavoratori stabili, crescita significativa di produzione e valore aggiunto, aumento della solidità finanziaria: i numeri parlano chiaro.

A dirlo è il report della Camera di Commercio dell’Umbria elaborato nell’ambito del Progetto Fenice, realizzato in collaborazione con l’Università per Stranieri di Perugia, il Comune di Norcia e la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. Obiettivo: ricostruire sviluppo e fiducia in un’area duramente colpita dal sisma.

Il segnale più forte: meno imprese senza produzione

Il numero delle imprese con valore della produzione assente (cioè aziende attive solo sulla carta, senza attività economica reale) è sceso sotto i livelli del 2015.

  • Nel 2017 erano 2.016;
  • nel 2019, 2.004;
  • nel 2022, 1.972;
  • nel 2024, 1.875.

Un calo graduale ma costante, che segna il recupero strutturale del tessuto produttivo locale.

Occupazione in crescita e più stabile

Anche il fronte dell’occupazione registra un netto miglioramento.
Gli addetti totali nei 14 comuni passano da 4.792 nel 2017 a 5.197 nel 2024. Ma il dato è ancora più significativo considerando che nel 2017 molti lavoratori risultavano occupati solo statisticamente, grazie a strumenti straordinari post-sisma (come la cassa integrazione): il dato attuale è più realistico e conferma una crescita vera.
Nel 2024 si supera anche il dato pre-sisma del 2015: 4.884 addetti.

Il cambio di passo è chiaro anche nella qualità dell’occupazione:

Gli addetti non familiari – cioè i lavoratori dipendenti veri e propri – passano da 2.594 nel 2017 a 3.200 nel 2024, superando anche i 2.566 del 2015.

In parallelo, calano gli addetti familiari dell’imprenditore, segno di un sistema imprenditoriale più strutturato.

Crescono le imprese di capitali: più solide, più strategiche

Le imprese di capitali – S.p.A., S.r.l., cooperative, ecc. – aumentano sensibilmente:

  • Nel 2015 erano 231, pari al 10,7% del totale.
  • Nel 2024 diventano 335, pari al 15,7%.

Si tratta di soggetti economici più strutturati, con obbligo di bilancio e maggiore capacità di attrazione e investimento.

I numeri dei bilanci: valore aggiunto +36%, produzione +40%

Proprio le imprese di capitali offrono il quadro più nitido del miglioramento:

  • Valore aggiunto per impresa: +35,9% tra 2015 e 2024, a fronte di un’inflazione nello stesso periodo del +18,7%.
  • Valore della produzione: +40,2%.

Anche i margini aziendali sono in ripresa:

  • Il ROI (redditività operativa dei capitali investiti) sale dall’1,84% del 2015 al 2,98% nel 2024.
  • Il ROE (redditività del capitale proprio, ossia quanto rende l’investimento dei soci) cresce dal 2,65% all’8,37%.

Nota: ROI e ROE, pur restando su valori contenuti, segnano un deciso miglioramento rispetto alla stagnazione post-sisma.

Spoleto rallenta il cratere: segnali contrastanti su scala più ampia

Quando si estende l’analisi a tutti e 15 i comuni del cratere (includendo quindi Spoleto), il quadro si fa meno lineare.

  • Le imprese senza produzione scendono da 4.894 a 4.556, ma il calo è meno marcato rispetto ai 14 comuni della Valnerina.
  • Il numero totale degli addetti scende, da 16.502 a 16.128.
  • Gli addetti non familiari crescono leggermente (da 11.077 a 11.243), ma a Spoleto si registra addirittura un calo.

Anche i dati economici sono meno brillanti:

  • Valore aggiunto: +21,2% tra 2017 e 2024 (contro il +35,9% dei 14 comuni).
  • Valore della produzione: +36% (contro +40,2%).

Vanno però bene i margini:

  • ROI: da 2,2% a 3,88%
  • ROE: da 3,3% a 8,36%

Un rilancio avviato, ma la sfida resta aperta

L’uscita dal tunnel è visibile, ma non ancora completa. La fase della ricostruzione post-sisma darà ancora slancio per qualche anno, ma restano tutte le incognite strutturali dei piccoli comuni della Valnerina: spopolamento, invecchiamento della popolazione, difficoltà di attrazione di attività economiche.

Il progetto Fenice – come indica il suo nome – vuole essere un laboratorio per costruire sviluppo sociale ed economico duraturo. I segnali del 2024 dicono che la direzione è giusta. Ora bisogna consolidarla.

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