
Celebrazione in Coena Domini nella casa circondariale
Terni, 17 apr. 2025 – La celebrazione della messa in Coena Domini, del giovedì santo, è stata presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu all’interno della Casa Circondariale di Terni, il terzo anno che questo importante momento del triduo pasquale viene celebrato dal vescovo nel carcere cittadino.
La messa è stata concelebrata da padre Danilo Cruciani, da don Giuseppe Zen direttore della Caritas diocesana, alla presenza del direttore della Casa Circondariale Luca Sardella, del comandante della Polizia Penitenziaria Vanda Falconi, dei volontari, formatori e operatori all’interno del carcere.
Nel corso della celebrazione, vissuta con particolare intensità e raccoglimento, il vescovo ha ripetuto il gesto della lavanda dei piedi a dodici detenuti.
«Gesù con la sua morte e resurrezione – ha detto il vescovo ai detenuti – ci libera dalla schiavitù del peccato. Ci libera dal carcere più duro, che è quello che è nel nostro cuore. In questa celebrazione ricordiamo l’istituzione dell’Eucaristia nell’ultima cena, che è l’inizio di qualcosa che coinvolge tutti e che si ripete sempre: il servizio vicendevole, la donazione della vita gli uni per gli altri. Nella misura in cui facciamo entrare Gesù nel nostro cuore, la nostra vita si trasforma, rinasce. Chiediamo al Signore la capacità di essere disponibili ad accoglierlo nel nostro cuore e farlo entrare nella nostra esistenza, lui che ha dato la sua vita per noi, perché diventiamo capaci di donarla agli altri».
Esprimendo la sua commozione nel ripetere il gesto della lavanda dei piedi, il vescovo ha ricordato come questo rappresenti «un gesto di profonda di donazione, un gesto di amore. E di gesti amore tutti abbiamo necessità, nella capacità di farsi prossimo con i doni che Gesù ci dà ed aprirsi alla speranza, perchè quello che è morto dentro di noi, con l’aiuto di Gesù, può rinascere a vita nuova».
Al termine è stato letto un testo “Sono Acqua” sul tema del perdono, composto da un detenuto nell’ambito del laboratorio di scrittura all’interno del carcere.
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