Perugia, 18 aprile 2025 –  “Chi salverà Pinte San Giovanni?”. In un comunicato, il comitato informa che “Il 16 aprile, mercoledì santo, è stato un giorno di passione, uno dei giorni peggiori per Ponte San Giovanni: tutti i sensi di marcia, anche all’interno dell’abitato, bloccati.

All’interno dei veicoli le facce sbigottite di chi si domanda perché si debba vivere con questo cappio al collo quotidianamente.

In via Benucci, zona industriale, fra le 17 e le 18, quasi un’ora per percorrete due Km.

Anche qui, facce stanche, di chi usciva dal lavoro e si trovava prigioniero della sua auto e si domandava chi dovesse ringraziare per il gentile omaggio, quasi quotidiano.

Informazione gratuita per i nostri amministratori e per i valorosi cavalieri dell’ambiente che fremono di sdegno, giustamente, se la migrazione di un uccellino è messa in pericolo dal traffico e dal rumore, ma se ne infischiano allegramente se il volgo comune consuma energie e salute in questo ingorgo quotidiano: in via Benucci non passa il treno e nemmeno gli autobus e se vuoi recarti al lavoro e guadagnarti da vivere devi andarci sul tuo mezzo.

E le facce di chi oggi era al volante non erano di oziosi perditempo o di allegre comitive in gita di piacere, erano i volti di persone che tornavano da una giornata di lavoro, di camionisti di ogni parte d’Italia, di gente comune alla quale non puoi raccontare impunemente che il problema si risolverà con il raddoppio delle rampe di accesso al raccordo autostradale o cominciando, quando le stesse saranno realizzate, a “pensare” a una soluzione.

Non puoi farlo impunemente, perché la sensazione di essere presi per i fondelli non è piacevole e la gente se ne ricorderà alle prossime elezioni, magari la stessa gente che ti aveva votato con fiducia.

Perché ai problemi non si può rispondere con superficialità tra un selfie e i sorrisi di tante banali occasioni a beneficio di stampa e televisione, bisogna esserci in mezzo alla gente che si guadagna da vivere coi sacrifici, tra i malati che devono andare all’ospedale e non possono passare, tra i furgoni che devono consegnare le merci, e così via.

La politica, anche quella locale, non può essere una perenne esposizione mediatica, deve essere impegno, studio, ascolto delle persone, soprattutto di quelle che non compaiono perché sono al lavoro, non sedute a qualche tavolo di caffè o a passeggio per Corso Vannucci.

E a Ponte San Giovanni siamo particolarmente stanchi e stufi di questo andazzo senza costrutto”.

 

 

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