Perugia, 21 aprile 2024 – Dopo i lavori di riqualificazione nell’ambito del Progetto Art Bonus Perugia, sta per essere restituita alla città di Perugia la Cappella degli Oddi, situata nell’auditorium di San Francesco al Prato.
Qui la storia di questo luogo non è stata solo restaurata ma rivivrà anche attraverso un video illustrativo della storia della cappella e attraverso la riproduzione digitale della Pala degli Oddi di Raffaello Sanzio databile al 1502-1503 e conservato nella Pinacoteca Vaticana.
La cappella risale alla fine del XIV secolo e si trova a ridosso del transetto sinistro dell’Auditorium San Francesco al Prato. Si tratta di una delle cappelle gentilizie più importanti che si trovano nella chiesa di S. Francesco al Prato di Perugia. Apparteneva alla famiglia degli Oddi, un’antica casata perugina tra le più illustri ed influenti del Rinascimento in Umbria.
Da qui proviene uno dei capolavori di Raffaello, la Pala degli Oddi, una grande tavola ad olio raffigurante l’incoronazione della Vergine con relativa predella con l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio, probabilmente terminata nel 1505. L’opera, requisita dalle truppe napoleoniche e successivamente restituita, è oggi conservata a Roma presso la Pinacoteca Vaticana.
Nella cappella sono stati ricollocati il Gonfalone di San Francesco al Prato di Benedetto Bonfigli, sull’altare che un tempo aveva ospitato la Pala degli Oddi, l’altare gotico e il sarcofago con le ossa di Braccio Fortebracci da Montone.
Nel tempo la cappella ha subito varie trasformazioni e manomissioni che ne hanno reso problematica la ricostruzione. Nonostante ciò è stato possibile individuare le configurazioni architettoniche maggiormente rilevanti di questa struttura e ricollocare al suo interno le opere d’arte che l’adornavano.
Gli Interventi realizzati hanno riguardato:
-la ricollocazione del Gonfalone del Bonfigli sopra l’altare della cappella: il Gonfalone, datato al 1464, raffigura la Vergine Maria circondata da Santi che protegge la città di Perugia dalla peste;
-la realizzazione del sarcofago per la conservazione delle reliquie della famiglia Della Corgna e del restauro dell’Altare della cappella, eseguiti dall’artista scultore Matteo Peducci. Diverse e complesse sono state le fasi che hanno interessato in particolare la ricostruzione dell’Altare vista la scarsità di materiale che, come afferma Peducci «non esiste più ed è stato ritrovato in una cava veneta. Tale materiale è una sedimentazione in tutto e per tutto identica alle colonnine preesistenti”.
Il restauro del sarcofago di Bartolo da Sassoferrato, eseguito dalla restauratrice Laura Zamperoni. Prima dell’intervento, il sarcofago presentava diversi segni di degrado, compresi depositi superficiali, patine biologiche, fessurazioni ed erosioni. La restauratrice ha dichiarato: «Ho eseguito la rimozione dei depositi, la pulizia chimica, la microstuccatura delle fessurazioni e il ritocco pittorico delle aree danneggiate.
Successivamente per proteggere il sarcofago ho applicato un idrorepellente traspirante per preservarne l’integrità. Questo ha aiutato a preservare la struttura e l’estetica del monumento nel lungo termine, consentendo ai visitatori di apprezzarne a pieno la bellezza e l’importanza storica».
Il restauro e la ricollocazione del busto di Ascanio della Corgna su una delle pareti della cappella, lavoro eseguito da Laura Zamperoni. Il busto è stato sottoposto a un restauro conservativo per rimuovere depositi superficiali e migliorare la sua leggibilità. Le fasi del restauro hanno incluso la pulitura con solventi e saliva sintetica per rimuovere lo sporco senza danneggiare la superficie lapidea.
Il busto è stato trattato con cera microcristallina per proteggerlo da danni futuri. Durante il restauro sono emerse incisioni e residui di gesso che suggeriscono un passato intervento di copiatura tramite calco. Alcuni busti esposti altrove potrebbero essere legati allo stesso prototipo, aprendo nuove prospettive di ricerca sulla sua storia e sulle tecniche artistiche impiegate nella sua creazione.
Ricollocazione virtuale dell’Incoronazione della Vergine di Raffello e un video sulla storia della Cappella degli Oddi curato dalla storica Valentina Borgnini con la collaborazione di Filippo D’Agostinis.
I lavori sono stati resi possibili grazie alla donazione di 75mila euro da parte dell’azienda Sterling s.p.a. di Solomeo. «È motivo di grande orgoglio per noi di Sterling aver contribuito al restauro della Cappella degli Oddi, un gioiello artistico che arricchisce il patrimonio culturale della nostra città.
Sostenere la conservazione e la valorizzazione di opere d’arte così significative è per noi un investimento nel futuro della nostra comunità e nella salvaguardia della sua identità storico-artistica», dichiara Simone Ferlin, presidente e amministratore delegato della Sterling s.p.a.
Il Sindaco Andrea Romizi ha dichiarato: «Sono davvero lieto della riapertura di questa cappella restaurata, che rappresenta un patrimonio storico e culturale per il nostro territorio. Grazie ad Art Bonus è possibile conservare importanti beni comuni e tramandarli a chi verrà dopo di noi. Attraverso una generazione di valenti restauratori e artisti che operano con grande maestria, aumentiamo la consapevolezza del valore dei beni situati nel nostro territorio. Il restauro di questo luogo sacro non solo preserva la nostra storia, ma offre anche uno spazio di riflessione e spiritualità per i nostri visitatori».
Per il gestore dell’auditorium, Mea Concerti, «il pubblico può visitare la cappella e la chiesa attraverso prenotazioni di visite guidate, che possono richiedere sia al gestore che alle guide del sistema museale regionale. Una delle iniziative in tal senso è l’itinerario promosso da Isola di San Lorenzo in occasione della mostra “Il maestro di San Francesco” che rappresenta a tutti gli effetti il primo progetto di inserimento dell’ex chiesa con la rete museale cittadina».
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