Sono state scelte per essere “custodi di vita e di futuro”. La cerimonia ieri nella sala della Pace del santuario 

Cascia, 21 mag. 2024 – Cristina Fazzi, che da medico nello Zambia cura i bambini che sono gli ultimi della società; Virginia Campanile, che ha perso suo figlio ma è mamma per tanti genitori e ragazzi in difficoltà; Anna Jabbour, profuga siriana che per sua figlia ha attraversato la guerra divenendo testimone di pace. Sono queste le tre donne a cui è stato assegnato quest’anno il prestigioso Riconoscimento internazionale Santa Rita. Sono tre donne diverse ma unite, come tante nel mondo, dalla scelta di essere oggi, come Rita ieri, “custodi di vita e di futuro”.

“Donne di Rita”, così sono chiamate le donne scelte per il prestigioso Riconoscimento Internazionale Santa Rita, che dal 1988 premia donne che come Rita da Cascia sanno incarnare ancora oggi i suoi valori, su cui si fonda il nostro presente, che è il domani del mondo.

Di seguito le tre donne che, ieri mattina nella Sala della Pace del Santuario di Santa Rita a Cascia hanno condiviso le loro testimonianze, presentate dal noto giornalista e conduttore Roberto Giacobbo.

E oggi, 21 maggio, alle 17.30, nella Basilica, riceveranno il Riconoscimento. Cristina Fazzi, medico di Enna (Sicilia), riceve il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 per il rispetto, la giustizia e l’amore con cui nei suoi 24 anni di servizio, professionale e umano, nello Zambia, in Africa, ha protetto la vita e costruito il futuro di tante persone nelle aree di estrema povertà, con un’attenzione speciale ai bambini e ai giovani, in una società dove sono ultimi tra gli ultimi, spesso abusati e maltrattati: ha creato il primo centro di salute mentale del Paese per i minori e progetti formativi, per generare opportunità di cambiamento e realizzazione.

Virginia Campanile, che vive a Otranto (Lecce), riceve il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 perché dal dolore indescrivibile per la perdita del figlio Daniele e dalla libertà e pace acquisite grazie al perdono offerto a chi ne ha causato la morte in un incidente stradale, ha fatto nascere un ‘investimento d’amore’ che condivide con gli altri: ascoltando e aiutando tanti genitori toccati dal lutto a ritornare a vivere e impegnandosi coi giovani per tutelarli nella fragilità sociale e psicologica, accompagnandoli a riscoprire la bellezza della vita.

Anna Jabbour, che è nata ad Aleppo (Siria) ma oggi vive a Roma, riceve il Riconoscimento Internazionale Santa Rita 2024 per la testimonianza di pace, fratellanza e fede che incarna con la sua storia: da profuga di guerra a mamma di speranza e coraggio per sua figlia e allo stesso tempo per tutti coloro che incontra. Anna non ha mai perduto il forte desiderio di sognare e impegnarsi per un futuro di umanità e unione che possa cancellare ogni odio e sofferenza.

 

 

 

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