La donna, inizialmente ricoverata con prognosi di 40 giorni, è stata trasferita d’urgenza nel reparto di Terapia Intensiva. L’uomo, 41 anni, rinchiuso a Capanne

Perugia, 13 agosto 2024 – In una torrida giornata d’agosto, il destino di una giovane donna è stato segnato da una violenza feroce e inimmaginabile. L’8 agosto scorso, un uomo di 41 anni di Perugia ha scatenato una furia brutale sulla sua compagna, aggredendola con una raffica di calci e pugni al volto e al corpo.

La violenza è stata così estrema che la donna, inizialmente ricoverata con prognosi di 40 giorni, è stata trasferita d’urgenza nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale di Perugia, a seguito del grave peggioramento delle sue condizioni.

L’aggressore, un perugino con un passato macchiato da episodi di violenza, era già noto alle autorità. A fine luglio, infatti, era stato allontanato dalla casa familiare dopo aver aggredito il proprio padre, e gli era stato imposto il divieto di avvicinamento. Nonostante ciò, in un arco di tempo breve, l’uomo aveva iniziato una relazione con la donna, che già nelle prime settimane di frequentazione aveva rivelato la sua natura violenta.

Già a metà giugno, la donna era stata vittima di una prima aggressione, conclusasi con uno schiaffo e il suo sequestro nell’ufficio dell’uomo, dal quale era riuscita a fuggire solo dopo ore di terrore.

Cinque giorni fa, l’escalation della violenza ha raggiunto il culmine. Di ritorno in scooter dalla Questura, dove si era recata per la notifica di alcuni atti, la donna è stata brutalmente aggredita per strada. Prima delle botte, però, sono arrivate le minacce. Parole agghiaccianti, che l’uomo le ha urlato contro: “Te l’ho detto che ti ammazzo, ti seppellisco in un campo di girasoli.”

Dopo l’aggressione, in un ultimo gesto di disprezzo, l’uomo ha lanciato il cellulare della vittima in un campo, cercando di cancellare ogni traccia del suo crimine, prima di recarsi al lavoro come se nulla fosse.

Le forze dell’ordine, prontamente informate dell’accaduto, hanno trovato l’uomo presso il suo luogo di lavoro e lo hanno arrestato. La testimonianza della donna, sostenuta da prove schiaccianti e dal quadro di violenza già tracciato dai precedenti dell’uomo, ha portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare.

Adesso, per il quarantunenne si sono aperte le porte del carcere di Capanne, dove dovrà rispondere delle sue azioni. La comunità, intanto, resta sconvolta e ferita da una vicenda che mette in luce, ancora una volta, la drammatica realtà della violenza di genere.

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