Dal nostro inviato GILBERTO SCALABRINI
Spello, 18 agosto 2024 – Il paesaggio da queste parti è così: la cinta muraria, le case fortificate in pietra, di tre, quattro piani spuntano ritte, verticali, protese verso il sole nei punti più alti del borgo, come se fossero delle strane piante, figlie di queste colline dove nasce l’olio più buono del mondo.
Qualcuno le ha contate, chissà ma non ha saputo quantificare il numero. Comunque, sono case rosate, adagiate su uno sperone del Monte Subasio e fatte della stessa pietra, dello stesso colore. A volte c’è la netta illusione che siano nate spontaneamente dal suolo, come se qualcuno le avesse spinte da sotto.
Passeggiando fra le torri di Properzio, le Porte, i vicoli e i ruderi del suo passato e della sua lunga storia, dai romani ai longobardi, dai Papi ai signori, cerchi di immaginare come era Hispellum in epoca romana. Dichiarata da Cesare Splendidissima Colonia Iulia, sappiamo che divenne indiscussa e fiorente capitale di Umbri e Romani.
In questo viaggio a ritroso nel tempo immagini piazze, vicoli e mercati che si animano, ma anche cortei, antichi riti, celebrazioni, ludi e circenses e tocchi con mano vicende, cultura, abitudini, giochi e disfide che sono tornate in auge per celebrare i fasti di quell’epoca lontana.
Oggi pomeriggio, alle ore 17 , c’è l’inaugurazione nell’Atrio del Palazzo Comunale della mostra fotografica “Le Fontane storiche di Spello” a cura di Ennio Angelucci e Corrado Fratini in collaborazione con il Circolo Cine Foto Amatori HISPELLVM. Sempre oggi, nel Palazzo Comunale, Sala Zuccari, alle 18, la presentazione della Guida di Repubblica “Umbria in Piazza. Le feste tra storia e gusto”.
Da domani sera, invece, apertura (dalle ore 20), della “Taverna Costantino Imperatore” in Piazza della Repubblica – antico foro romano – dove a conquistare anche i palati più esigenti sarà ogni sera proprio la tavola dei Romani allestita in una magnifica terrazza panoramica.
Gli archeologi Paolo Camerieri e Giuliana Galli ci raccontano quando l’antica valle degli Umbri era un paesaggio d’acqua.
«Quando Roma si affaccia sull’attuale Valle Umbra per prenderne definitivamente possesso, è il 308 a.C. come ci narra la più autorevole fonte per la storia romana, Livio. La lega umbra malamente sconfitta perde probabilmente il controllo di tutto il territorio vallivo e montano già prima del 295
a.C. (battaglia di Sentino), data dell’ultima disperata resistenza degli italici all’espansione romana. Viene fondata la colonia Latina di Spoletium nel 240 a.C. con l’apporto di coloni romani ma anche di élite locali umbre.
La nuova colonia inizia un lavoro di bonifica idraulica e riorganizzazione fondiaria che si protrarrà per due secoli e mezzo almeno fino ad Augusto permettendo il tracciamento al centro della Valle Umbra sud prima totalmente impaludata e scarsamente insediata, della Via Flaminia. Lungo questa strada prenderà presto piede un nuovo modello politico-insediativo, ossia città vere e proprie ad immagine di Roma.
Come sottolineato dalla archeologa Sabina Guiducci, anche Hispellum appartiene a questa fase: imponenti resti non solo del terrazzamento forense ma anche evidenze presenti sulla stessa acropoli stanno a testimoniarlo.
Esiste, inoltre, la possibilità che, come rivelato da più recenti studi, le entità municipali di Fulginia e Hispellum possano appartenere ad una fase precoce della colonizzazione romana in forma diretta (prefetture), conseguente alla sottrazione a Mevania dell’intero territorio di pianura, punizione per aver fomentato la rivolta del 308 a.C.
Del resto il nodo idraulico costituito da Clitunno Marroggia Topino e Chiona, di una potenza di portata che oggi stentiamo a immaginarci, doveva essere attentamente controllato e, per quanto possibile, manutenuto, e proprio in questo punto dava origine prima al Lacus Clitorius (tra Trevi e Foligno) e, subito dopo Spello, all’imponente Lacus Umber, che copriva quasi tutta la pianura almeno fino alla confluenza con il fiume Chiascio.
Lo studio delle centuriazioni romane succedutesi in questa valle nel tentativo, infine riuscito, di bonificare paludi e ridurre la superficie dei laghi (non certo prosciugarli in quanto risorse economiche e vie di agevole comunicazione), a beneficio dell’agricoltura e del pascolo, ha permesso di riconoscere almeno due fasi di intervento di riordino idraulico-fondiario tramite centuriazione; la prima molto antica verosimilmente ascrivibile al periodo repubblicano, e la seconda avviata in periodo triunvirale e ultimata sotto augusto con la deduzione di un’importantissima colonia romana, che estendeva il suo controllo quasi sull’intera valle, tramite l’attribuzione di territori non finitimi, dalle Fonti del Clitunno ad Arna (enclave nel territorio di Perusia).
Dopo Augusto l’acqua ancora domina il paesaggio in un modo così pervasivo che ci è ora difficile immaginare il Lacus Umber, che anche al termine delle bonifiche centuriali si estendeva dal punto di confine tra Spello, Assisi e Bevagna fino alla soglia di Torgiano, dove confluiva nel Tevere.
Questo estesissimo lago doveva offrire scorci particolarmente suggestivi specialmente al tramonto, sia dal santuario-augusteum di Villa Fidelia dedicato alla progenitrice della Gens Julia, Venere, che dalla stessa città di Assisi che lo dominava, come ci è noto dalla insigne testimonianza del suo più illustre poeta umbro Properzio, che ne rimaneva estasiato nell’ammirarlo al calar del sole dagli affacci della sua casa alle falde del monte Subasio».
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