Foligno, 11 nov. 2024 – Gli investigatori sono al lavoro per svelare i dettagli della tragica vicenda che ha visto un giovane manovale albanese di 17 anni, a un passo dal diventare maggiorenne, commettere l’omicidio del suo ex capomastro, Salvatore Postiglione di 56 anni (nella foto). Il ragazzo, arrestato sabato sera con l’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, è accusato di aver sferrato ben 13 coltellate al capomastro uccidendolo in un atto di violenza brutale e insensata.

Secondo le prime ricostruzioni, il giovane avrebbe lavorato nella stessa impresa edile del suo superiore, un rapporto che, almeno sulla carta, non sembrava dar adito a conflitti o contrasti. Il capomastro Postiglione, dipendente della ditta da anni, aveva visto il ragazzo entrare a far parte della squadra nel luglio scorso, con un contratto che lo legava all’impresa fino ad ottobre, quando si sarebbe licenziato. Non ci sarebbero stati, stando agli accertamenti, litigi o dissapori evidenti tra i due, né segni di incomprensioni legate a stipendi o condotta sul posto di lavoro. Eppure, l’omicidio, tanto freddo quanto cruento, getta una lunga ombra sul rapporto che c’era tra il giovane e il suo capomastro.

Le forze dell’ordine stanno esaminando ogni possibile pista, cercando di comprendere le motivazioni che potrebbero aver spinto il ragazzo a compiere un gesto così estremo. Qualcosa, evidentemente, è cambiato nel corso di quei mesi, e forse una coetanea del giovane, con la quale avrebbe potuto confidarsi, potrebbe avere le chiavi per comprendere il meccanismo psicologico che ha portato alla “vendetta”. Ma, al momento, la verità resta avvolta nel mistero.

Sotto la guida della dottoressa Maria Assunta Ghizzoni, la squadra mobile della polizia di Perugia sta conducendo un’indagine minuziosa. I poliziotti stanno riascoltando colleghi di lavoro, amici del ragazzo e tutte le persone che, in qualche modo, potrebbero avere informazioni cruciali sul movente. L’analisi dello smartphone del giovane, con particolare attenzione ai messaggi WhatsApp, potrebbe rivelare dettagli fondamentali per ricostruire l’intero quadro.

Intanto, gli elementi che legano il 17enne al delitto si stanno facendo sempre più concreti. Le scarpe con le suole sporche di sangue, un paio di pantaloni da tuta con segni particolari che sono apparsi in diverse immagini di videosorveglianza e il monopattino sul quale il ragazzo si sarebbe spostato, sono le tracce che inchiodano il presunto assassino. Il giovane avrebbe usato il monopattino per percorrere la distanza di circa 2 chilometri tra la sua abitazione e il luogo del delitto. Lo ha fatto tra le 5.50 e le 6.20 del mattino. Poi sarebbe ritornato a casa.

L’indagine continua a ritmo serrato, con gli inquirenti determinati a far luce su un omicidio che, purtroppo, sembra avere radici profonde e misteriose.

 

 

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