Orvieto, 12 nov. 2024 – Ha suscitato grande interesse il racconto per immagini, parole e suoni “Scrivere di Dio – Tommaso D’Aquino”, con cui nella serata di sabato 9 novembre, in Duomo, in occasione del Festival d’Arte e Fede 2024, Orvieto ha celebrato i 750 anni dalla morte del grande filosofo e teologo, la cui eredità spirituale e intellettuale a distanza di secoli continua ad interrogare.

Un omaggio sentito ed originale reso possibile dalle parole evocative dell’autore e interprete Guido Barlozzetti che ha ripercorso i tratti di una figura insigne della filosofia scolastica e testimone di fede. Fondamentali il contributo visivo del fotografo Massimo Achilli, la colonna sonora del contrabbassista Enzo Pietropaoli e le proiezioni ed animazioni grafiche realizzate da Silvia Spacca.

Insieme, in uno straordinario mix di linguaggi ed elementi carico di suggestione salutato da un’attenta partecipazione del numeroso pubblico, composto da cittadini e visitatori venuti anche da fuori Regione, a conferma dell’alto valore culturale e spirituale dell’iniziativa, progettata per riportare alla luce la profondità del pensiero di Tommaso D’Aquino.

Gli organizzatori e le istituzioni coinvolte, tra cui la Consulta delle Fondazioni dell’Umbria e la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, hanno espresso grande soddisfazione per il successo dell’evento, sottolineando il valore della collaborazione nel mantenere viva la memoria e l’eredità di San Tommaso. Significativo anche l’intervento di monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, ad apertura dello spettacolo.

Scrivere – ha detto – significa pensare, cioè dare la parola al silenzio. Il pensiero si fa parola e questo si fa pensiero. L’amore per la parola, la filologia, ha un rapporto quasi sponsale con la filosofia, l’amore per il pensiero. Scrivere di Dio è quanto ha osato fare San Tommaso D’Aquino, che, portando il pensiero oltre il limite estremo, ha insegnato che la fede comincia quando l’inquietudine della ragione fa entrare in fibrillazione il cuore.

Il campo della ragione e quello della fede restano distinti ma non sono distanti, la fede non si impone, né si oppone alla ragione ma la suppone, la dispone ad allargare il proprio campo visivo e le propone di camminare insieme. Sono grato a Guido Barlozzetti che, nel quadro di Arte e Fede, ci consente di ascoltare a 750 anni dalla morte, la voce di uno tra i più grandi maestri della fede della Chiesa che merita il titolo di Orafo della Parola. Ad Orvieto, ammaestrata dallo stupore eucaristico, San Tommaso D’Aquino ha tradotto in poesia il dialogo tra ragione e fede. Grazie al Festival che ha offerto questa opportunità a tutta la città”.

E proprio l’incontro tra arte e fede ha donato alla serata un’atmosfera di rara intensità, che ha lasciato un segno profondo nei presenti. Tra questi, il presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei che ha salutato “Scrivere di Dio – Tommaso D’Aquino” come “un’occasione unica per riflettere sul profondo legame tra fede e ragione, in un dialogo senza tempo che si rinnova, un omaggio alla grandezza di San Tommaso e al suo messaggio senza tempo”.

Un evento sentito e partecipato – ha commentato il direttore del Festival, Alessandro Lardani – che conferma il ruolo di Orvieto come città – cattedrale – palcoscenico, custode di una tradizione spirituale e culturale di valore inestimabile. Questa consapevolezza ha animato il nostro cammino ventennale dal 2005 e ci dà nuovo entusiasmo in vista della prossima edizione, che coinciderà con l’Anno Giubilare 2025. Un tempo di grazia e di creatività in cui i cittadini, i visitatori e i pellegrini saranno ancora più predisposti ad accogliere stimoli, riflessioni e proposte sull’arte e sulla fede, ispirazione e patrimonio universale della nostra città.”

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