Al Museo del Duomo di Città della Pieve una mostra sulla natività dedicata a Carlo Cottini, recentemente scomparso
Città della Pieve, 18 dicembre ‘24 – Nelle cripte della Cattedrale dei SS. Gervasio e Protasio, dal 22 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025, il Museo del Duomo, con il patrocinio del Comune di Città della Pieve, presenta la mostra Il Natale nell’arte pievese. L’inaugurazione è fissata per domenica 22 dicembre 2024 alle ore 11.30.
La mostra è un percorso attraverso immagini della natività di Cristo. In tre sale si susseguono rappresentazioni pittoriche, una proiezione video, alcune incisioni e stampe contenute in antichi messali ed evangeliari. Le opere provengono dalle collezioni del Museo del Duomo, tra cui i documenti della biblioteca del Capitolo della Cattedrale, e dalla Confraternita di Santa Maria dei Bianchi.
Si tratta di composizioni databili dal XV al XIX secolo che testimoniano la storia di Città della Pieve ed il suo grande patrimonio culturale.
Nonostante la loro appartenenza al passato, le raffigurazioni affermano un’universalità oltre il tempo. Il tema della natività ha attraversato i secoli, restando inciso nelle sensibilità collettive e conservando il senso profondo di un momento che appartiene a ognuno nel tempo di ognuno.
La natività di Cristo ha rivoluzionato la Storia, ma è assimilabile alla nascita di ogni persona. Gesù-Dio nasce come ogni altra creatura umana e la nascita perpetua un fatto miracoloso che porta in sé qualcosa di assoluto e di divino. E così nelle immagini della nascita di Gesù, nella presenza genitoriale di Maria e Giuseppe, nell’abbraccio protettivo e intimo della Madonna nei confronti del Figlio, c’è la storia di tutti noi. E l’ambientazione delle cripte, raccolte e profonde, è perfettamente coerente con la riflessione di fronte a questo miracolo.
“Apprendiamo con dolore – comunicano i volontari del Museo del Duomo – che il Signore ha chiamato a sé Carlo Cottini, dopo un lungo periodo di malattia che ha messo a dura prova lui come i suoi famigliari che lo hanno assistito con grande dedizione in questi ultimi anni.
La vita di Carlo è stata spesa, oltre che per la propria famiglia e per il suo lavoro, anche nel coltivare la sua grande passione per la storia e per l’arte pievese. È stato capace di instaurare negli anni tanti meccanismi di collaborazione che hanno permesso di preservare antiche tradizioni e tramandarle alle giovani generazioni che non di rado si rivolgevano a lui per apprendere come e cosa fare in occasione di manifestazioni pubbliche, religiose e civili.
A lui si deve la ricostituzione e lo sviluppo dell’antica Confraternita delle Misericordia, oltre che la preservazione dei suoi documenti. Come volontario ha tanto lavorato, insieme ai sacerdoti pievesi, per la costituzione del museo della cattedrale, mettendo a frutto la sua indiscutibile abilità di artigiano per riparare e rivalutare tanto materiale in stato di abbandono e di degrado. Era capace di accogliere e affascinare tante persone che visitavano le nostre chiese e i nostri monumenti, con il suo modo semplice ma efficace, di raccontare e di contestualizzare.
Grande è stato il suo impegno anche nei confronti del Terziere Borgo Dentro del quale Carlo, tra le tante cose, ha contribuito notevolmente ad affermarne la realtà storica.
Da ultimo, come non ricordare, la sua grande devozione al Beato Giacomo Villa. Oltre che il suo impegno per la custodia della chiesa, si è prodigato in maniera instancabile perché non si spegnesse il culto verso il beato pievese, ma anzi si facesse conoscere ed apprezzare sempre di più il luminoso esempio della sua vita e delle vicende legate al suo martirio. Ci piace pensare, che sia stato proprio lui ad accogliere la sua anima nel Paradiso celeste.
Certi che le persone di esempio come Carlo restano vive nei nostri ricordi e nei nostri cuori vogliamo ricordarlo con questa mostra a lui dedicata”.
(2)