Orvieto, 21 dic. 2024 – Il 23 dicembre 2024 il Comitato orvietano di Salute pubblica ha programmato una iniziativa a difesa e tutela del Consultorio di Orvieto.
Lo Spi Cgil, il Coordinamento Donne della Lega Intercomunale dell’orvietano e la FP plaudono ed esprimono la propria adesione.
In più occasioni siamo intervenuti segnalando le anomalie che caratterizzano il Consultorio di Orvieto.
La legge 405 del 1975 che ha istituito i consultori nel nostro territorio è ampiamente disattesa a cominciare dal numero di sedi consultoriali per numero di abitanti che dovrebbe essere di uno ogni 20.000 abitanti. Dopo la chiusura delle sedi di Monterubiaglio e Fabro e il depotenziamento di quello di Orvieto questo rappresenta uno squarcio nella tutela della salute delle donne di ogni età e delle coppie.
Ricordiamo che questi servizi sono nati soprattutto con lo scopo: di favorire una scelta consapevole della maternità,
di prevenire il ricorso all’aborto con la conoscenza e diffusione di metodi contraccettivi, di sostenere l’educazione sessuale e sentimentale delle giovani generazioni.
Non si possono garantire servizi efficaci in mancanza di personale ciò determina carenza di servizi di prossimità e multidisciplinarietà.
Per contrastare una legge non è necessario abolirla o modificarla basta depotenziarla ostacolandone la piena attuazione, così come si sta facendo oltre che con la legge istitutiva dei consultori 405/75 anche con la legge 194 de1 978 per la quale l’Italia ha avuto nel 2016 un monito del consiglio d’Europa per violazione dell’ art 11 della Carta sociale europea
Basta incaricare un ginecologo obiettore ignorando altre scelte possibili per attuare “una cultura punitiva e ostativa nei confronti delle donna e del loro corpo”
Come il Divieto di somministrare negli ospedali (Umbria e Marche in primis) in regime di day hospital la RU 486 costringendo le donne al ricovero ordinario magari nella stessa stanza con donne che stanno per partorire o hanno appena partorito.
LE DONNE HANNO IL DIRITTO DI DECIDERE SUL PROPRIO CORPO.
Chiediamo che la Regione Umbria e la USL Umbria 2 si adoperino perché questo diritto sia esigibile.
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