Smantellate dai Carabinieri del ROS, coordinati dalla Procura della Repubblica di Bologna, le reti Jihadiste Italiane
Bologna, 24 dic. 2024 – Un’operazione condotta all’alba dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) ha portato all’arresto di cinque giovani di origine straniera, residenti tra Bologna, Milano, Perugia e Udine.
Coordinata dal Dipartimento Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Bologna, l’indagine segna un’importante tappa nella lotta contro il terrorismo internazionale.
Tra gli arrestati figura una giovane di origine algerina cresciuta a Spoleto, cittadina dove la sua famiglia risiede da anni ed è considerata ben integrata.
Gli indagati sono tutti giovani, di età compresa tra i 20 e i 30 anni, e risiedono stabilmente in Italia. Alcuni di loro avrebbero lavorato come intermediari per facilitare il trasferimento di fondi e risorse verso paesi dove operano i gruppi estremisti. Gli inquirenti stanno approfondendo le modalità con cui il gruppo si finanziava e reclutava nuovi adepti.
Le misure cautelari, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, sono state eseguite in simultanea in diverse province italiane, mentre uno dei sospettati risulta irreperibile, essendo probabilmente già partito per il Corno d’Africa per unirsi a milizie armate.
L’inchiesta ha fatto luce su un presunto gruppo terroristico di matrice salafita-jihadista, declinato in chiave takfirista e conosciuto come “Da’wa Italia”.
Questo sodalizio avrebbe agito per promuovere, rafforzare e consolidare le formazioni terroristiche “Al Qaeda” e “Stato Islamico” attraverso propaganda, reclutamento e preparazione di nuovi adepti.
Secondo gli investigatori, i membri del gruppo erano pronti a raggiungere le aree controllate dalle milizie jihadiste in Africa e Siria, una circostanza già verificata per uno degli indagati che ha lasciato l’Italia prima che le autorità intervenissero.
Particolare attenzione è stata rivolta al quinto giovane coinvolto, fratello della presunta figura centrale del gruppo. Gli inquirenti ipotizzano che stesse attraversando un processo di radicalizzazione sotto l’influenza della sorella e che fosse già impegnato in un addestramento mirato all’arruolamento in organizzazioni terroristiche.
L’indagine, avviata nel settembre 2023 e caratterizzata da una complessità notevole, è stata possibile grazie al lavoro congiunto della Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.
Gli investigatori hanno monitorato circuiti radicali jihadisti, concentrandosi sulla diffusione online di propaganda. Internet, divenuto ormai un potente strumento di reclutamento, ha avuto un ruolo cruciale nel raggiungere giovani con un background migratorio o italiani in cerca di identità, spesso affascinati dalla retorica jihadista globale.
Questa operazione rappresenta un colpo significativo contro le reti terroristiche che operano sul territorio italiano, mettendo in evidenza l’importanza della cooperazione tra diverse autorità per prevenire minacce alla sicurezza nazionale.
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