Foligno, 3 feb. 2025 – Coloratissimi gomitoli di lana alla mano, saranno allievi e allieve del Liceo Artistico Guglielmo Marconi di Foligno a portare in scena martedì 4 febbraio, dalle 8.30 alle 13, “Arte in Città”, progetto che li farà uscire per una mattina dalle aule per incontrare gli spazi e i cittadini del centro storico dove “firmeranno” una suggestiva installazione temporanea.
Che sarà poi il punto di partenza di una visita plurisensoriale alla città, guidata dai docenti, per guardare e scoprire con occhi diversi i luoghi del quotidiano. Tutto secondo un percorso a anello – Corso Cavour, Piazza della Repubblica, via Gramsci, piazza San Domenico, via Mazzini, Corso Cavour – che li ricondurrà al punto di partenza, all’installazione dove tutto ha avuto inizio e che li ha visti soggetti attivi nelle dinamiche urbane.
Ideata dalla prof.ssa Monia Berti con la collaborazione dei professori Rudy Trapassi docente di Architettura e Ambiente che ne ha curato l’approccio alla città e i percorsi e Irene Falcinelli, docente di Lettere nel ruolo di coordinatrice, l’iniziativa ha subito trovato l’adesione della dirigente del Liceo Marconi dott.ssa Maria Paola Sebastiani che dichiara.
“Menti aperte sul mondo, creative, sensibili al fascino e al valore dell’arte, della bellezza e della cultura. In questa direzione stiamo lavorando con i nostri studenti del Liceo Artistico. Ringrazio l’ottimo team dei docenti, che mette in campo, con generosità e passione, la propria competenza professionale, anche in occasione di questo evento di “arte urbana”.
Evento clou della mattinata l’opera d’arte “LÈGÀMI” che ragazzi e ragazze – circa 130 comprensivi di due classi del Liceo Scientifico Marconi indirizzo Sportivo – realizzeranno a turno a partire dalle 8.30 nell’area tra Porta Romana e Corso Cavour.
Sarà qui che di ora in ora prenderà vita la suggestiva tessitura di fili variopinti – ogni ragazzo avrà il suo gomitolo – che attraverserà da un capo all’altro l’intero spazio con un meraviglioso intreccio e incontro di storie, pensieri, visioni. Ma non saranno solo loro. Chiunque vorrà potrà avere il suo gomitolo, studente di altre scuole, passanti, visitatori, per riallacciare relazioni, creare attraverso l’arte spazi di condivisione che donano benessere.
“Arte in città è un’azione simbolica ad alto impatto visivo che invita i giovani a vivere lo spazio urbano, a intrecciare relazioni nel mondo reale. Lo faremo costruendo una colorata rete di fili di lana visibile e tangibile, in cui riconoscersi e tuffarsi con gioia – commenta Monia Berti docente di discipline grafiche e pittoriche e ideatrice del progetto -.
La società contemporanea, l’uso non sempre corretto delle tecnologie, generano solitudine e isolamento. Con questa iniziativa vogliamo ricostruire relazioni, tra gli individui, tra la scuola, gli studenti e la città, affidandoci al linguaggio dell’arte e dell’architettura”.
Anche gli itinerari attraverso il centro storico che i ragazzi vivranno divisi in gruppi, scanditi di mezz’ora in mezz’ora dopo che ognuno avrà intrecciato i propri fili, saranno guidati da schede “sensoriali” volte a attivare un dialogo nuovo con i luoghi di ogni giorno attraverso i colori, i suoni, gli odori, le opere d’arte e architettoniche.
Nel percorso prevista una tappa alla Cattedrale di San Feliciano, di recente riaperta, dove gli stessi studenti si faranno ciceroni, pronti ad accogliere nei gruppi di visita chiunque vorrà unirsi in una città luogo di interconnessioni trasversali dove per qualche ora ci sarà per tutti un gomitolo da srotolare e una cattedrale da visitare.
“Nell’indirizzo di questa scuola ci sono Architettura e Ambiente – sottolinea il prof. Trapassi -. Questo ci obbliga a indagare gli spazi che viviamo, a renderli luoghi dove viver bene.
Fondamentali in tutto questo sono i punti di incontro. Oggi la dimensione pubblica sta soffrendo e la scuola deve uscire all’aperto, conoscere e formare persone capaci di intervenire e proporre soluzioni. L’arte accende energie, e lo faremo con i nostri ragazzi. Volendo usare uno slogan definirei questo progetto un incontro di sensibilità”.
Tutto in solo cinque ore. Un’esplorazione, un’esperienza artistica e conoscitiva che alla fine della mattinata ricondurrà ragazzi e docenti, e chi vorrà esserci, all’opera d’arte, ai fili di “LÈGÀMI” – doppia pronuncia come duplice è il livello di relazioni, personali e collettive – che saranno smontati e raccolti in una galassia che riportata a scuola penderà dal soffitto dell’atrio. “E nulla sarà più come prima – conclude la prof.ssa Berti”.
E a guardare con nuovi occhi la città, a diventarne soggetti attivi tramite l’installazione artistica, saranno anche e soprattutto ragazzi e ragazze che frequentano la scuola a Foligno ma provengono da altre città.
“Questo format – conclude la coordinatrice prof. Irene Falcinelli – ha molte valenze. Una interna volta a unire le diverse progettualità arte, architettura, ambiente e proporle in una visione unitaria che coinvolga ogni ciclo di studio.
L’altra tesa a rompere l’isolamento dei ragazzi portandoli a muoversi con il corpo, esponendoli ai luoghi della città e a scoprirli in un’azione artistica che abbatta le barriere tecnologiche che oggi sempre di più li protegge”.
Alle tredici “Arte in Citta” tornerà a scuola, ma già si pensa alla prossima edizione, al coinvolgimento di altri cicli scolastici, a partire dai più giovani studenti e studentesse della scuola secondaria di primo grado.
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