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Terni, 7 febbraio 2025 – “A un certo punto abbiamo sentito la necessità di fare una riflessione storica sulla sanità nazionale e regionale. Dovevamo necessariamente analizzare le radici, il fusto e le ramificazioni di questa storia.
La Legge 833 del 1978, di istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, ha rappresentato il fusto solido, l’impalcatura dei rami, sulla quale sono intervenuti degli incauti, diciamo così, potatori, che hanno effettuato dei tagli che non corrispondevano con le esigenze dei cittadini, in questo caso umbri e più specificatamente ternani.
Le note dolenti sono molteplici, trasversali e molto complesse, forse tra le più note e percepite le lunghe liste di attesa e gli intasamenti dei pronto soccorso, ma è altrettanto evidente che la sanità territoriale, in special modo nella provincia ternana, non fa nessuno filtro affiche gli utenti possano evitare di rivolgersi al pronto soccorso per qualunque patologia gestibile magari a livello ambulatoriale.
Gli ospedali di Narni e Amelia ci risulta che operino a meno del 50% delle loro potenzialità e la famosa integrazione è più che altro ancora sulla carta, per difficolta a volte oggettive e a volte strumentali. Spesso questi fattori fanno si che nel pronto soccorso ternano i pazienti si affollino con insostenibili tempi di attesa, sia per essere trattati, sia per essere ricoverati.
Succede che lo stazionamento nelle barelle a volte sia anche di alcuni giorni, mettendo a dura prova la stessa dignità personale, particolarmente quando si tratta di persone anziane.
Si può ovviare a tutto questo migliorando l’organizzazione? Tutto è migliorabile ma noi non ce la sentiamo di buttare la croce addosso alla direzione aziendale, la quale a noi sembra attenta. Certo alcune criticità si notano, l’uso delle sale operatorie, dimissioni un po’ più rapide, superamento di qualche conflitto nella gestione del personale del comparto, in alcune specialistiche c’è carenza di Dirigenti medici) , gli infermieri, i tecnici, gli O.S.S. e amministrativi non bastono mai, ma tutto questo incide poco, secondo noi, sul tema liste d’attesa e affollamento Pronto Soccorso.
Il Pronto soccorso dell’ospedale di Narni che funziona h 12, la sanità territoriale che non da risposte, sono i principali motivi dell’intasamento del pronto soccorso ternano, questo è un fatto.
Ci preme tuttavia anche una riflessione sulla disponibilità di posti letto. Pur conoscendo il percorso e le norme nazionali che negli anni hanno portato ad avere a disposizione gli attuali posti letto, ricordiamo che intorno agli anni 2000 avevamo duecentotrenta posti letto in più, circa 750 contro gli attuali 520, come da PIAO 2025-2027 dell’Azienda Ospedaliera di Terni.
Al legislatore non credo sia sfuggito che l’aspettativa di vita della popolazione era ed è in crescita, lo stesso INPS con le pensione applica la proiezione dell’aspettativa di vita aumentando a scaglioni l’età pensionabile, ma alla politica sfugge che la popolazione anziana necessità di cure sempre crescenti e diversificate.
Quindi, riassumendo, da una parte per la sostenibilità del sistema si diminuiscono i posti letto, dall’altra non si mette a disposizione una sanità di prossimità che funziona. La sciagurata modifica del titolo v della Costituzione ha fatto si che ogni regione si sia organizzata al meglio, o al peggio, in una sorta di neofeudalesimo di ritorno, generando di fatto una sanità indebolita dal continuo spostamento di risorse verso il privato, che in questi anni di emergenza pandemica ha mostrato tutte le sue fragilità.
Tuttavia, per tornare alle nostre perplessità, la domanda è: dove mettiamo i pazienti bisognosi di ricovero se i posti letto in ospedale sono quelli che dicevamo sopra e gli ospedali di territorio non rispondono/collaborano o non sono comunque funzionali allo scopo?
Pertanto abbiamo bisogno di soluzioni, non è pensabile che i nostri anziani siano costretti a stazionare giorni e giorni sulle barelle del pronto soccorso, ternano o perugino che sia.
L’auspicio che abbiamo, in concomitanza con l’insediamento di questa nuova Amministrazione regionale, è che sia un’Amministrazione illuminata, che possa invertire la rotta che va verso il privato trascurando la sanità pubblica.
Noi crediamo, pure nel grande ritardo che si registra, che la politica regionale, almeno quella, faccia delle scelte forti di razionalizzazione delle risorse e che l’integrazione Azienda Ospedaliera e territorio diventi veramente funzionale e non continui ad essere solo sulla carta.
Allo stesso tempo quella politica non potrà fare a meno di decidere quello che si vuol fare su questo territorio, anche a proposito delle ormai inderogabili decisioni da prendere sulle infrastrutture sanitarie, con investimenti importanti mai finora fatti, almeno in questa parte dell’Umbria”.
“Siamo sicuri che serva l’ospedale nuovo di Narni e Amelia (anche basta con le favole) e non un ospedale nuovo comprensoriale di Terni, Narni e Amelia? Non è mai troppo tardi per fare le cose per bene. Vogliamo parlare dell’alta specialità? Il fior fiore dei professionisti si è alternato tra le mura della nostra Azienda, facendo diventare l’ospedale di Terni, perlomeno fino a sei o sette anni fa, una realtà di eccellenza nazionale. Purtroppo di tutto ciò è rimasto solo il ricordo.
Le cause di questa degenerazione sono da individuarsi nella mancanza di visione della politica ternana, nella volontà interessata della politica perugina a non far crescere più di tanto l’eccellenza ternana, anche se il pil umbro nella sanità fino al 2017 l’ha fatto la nostra azienda e ha ripreso a farlo nell’anno appena passato, nella assenza di investimenti sui professionisti e su una nuova struttura, mentre in tutta l’Umbria del nord sono stati costruiti ospedali nuovi, l’ultimo si sta costruendo a Norcia.
Questo ha invertito la tendenza della crescita qualitativa del nostra Azienda Ospedaliera, anche se nel 2024 tutta una serie di riorganizzazioni, sia del comparto che della dirigenza medica e diversi lavori di riqualificazione della struttura fanno già intravedere una ripresa.
Ma questa è storia, e adesso c’è bisogno di lavorare per invertire la rotta, con scelte importanti e coraggiose, che non penalizzino il nostro territorio e i suoi cittadini. Le liste di attesa su tantissime specialità sono insopportabili e indegne di un servizio, perché, ricordiamolo, la sanità pubblica è un servizio”.
“L’impegno della nuova amministrazione in campagna elettorale è stato l’abbattimento delle liste di attesa. Impegno nobile, che noi come UIL, come gruppo aziendale della AOSP di Terni condividiamo in toto. Vorremmo tuttavia farci promotori di ulteriori elementi di riflessione.
Ovvero, oltre alla razionalizzazione delle risorse e a una nuova organizzazione (la migrazione sanitaria intra regionale va ridotta al minimo) facciamo presente che ai lavoratori, medici, infermieri, O.S.S, Amministrativi e Tecc. non si possa chiedere più di quello che già si sta chiedendo.
Il ricorso allo straordinario è diventato routine, gli incentivi attraverso le varie formule non sono più sostenibili, il ricorso ai Dirigenti Medici in pensione non può essere la soluzione per abbattere le liste di attesa, tra l’altro pratica eccessivamente onerosa. Siamo consapevoli del tetto di spesa sul personale, sappiamo quanto sia difficile reperire i dirigenti medici per le varie specialità, e tuttavia sarebbe un errore non una soluzione puntare ancora, come si è fatto fino ad ora, sui pochi dirigenti medici presenti sui pochi operatori del comparto.
I lavoratori della sanità sono stanchi, stressati da carichi di lavoro e turni non sostenibili, a volte vessati e per giunta mal pagati.
Meditate, meditiamo, ma soprattutto dialoghiamo per trovare, insieme, le migliori soluzioni, le migliori strategie possibili”.
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