La Giuliano Tartufi investe all’estero: vendita online, ma soprattutto presenza in tutte le più importanti fiere mondiali del settore. Oltre il 50% del prodotto va fuori i confini nazionali

Pietralunga, 12 feb. 2025 – Da quel piccolo borgo immerso nel cuore dell’Appennino umbro-marchigiano, qual è appunto Pietralunga, il più pregiato dei prodotti della terra, il tartufo, giunge ogni giorno in oltre novanta Paesi in tutto il mondo.

(Nella foto, Giuliano Martinelli a Sigep)

Questo grazie all’azienda Giuliano Tartufi, realtà tra le principali in Italia a operare nel settore della trasformazione e commercializzazione del tartufo e che proprio a Pietralunga ha la sua sede. L’impresa, guidata da Giuliano Martinelli, infatti, ha molto investito nel campo dell’internazionalizzazione, non solo con la vendita online, ma soprattutto approcciando in maniera diretta i mercati esteri, partecipando alle più grandi fiere internazionali del settore e intessendo relazioni commerciali direttamente sul posto.

“Quest’anno – ha spiegato lo stesso Martinelli – andremo a Milano, poi a Dubai, Singapore e in Germania, solo per citare alcune delle città e dei Paesi in cui si svolgono le fiere più importanti a livello mondiale per il mercato enogastronomico.

Il tartufo è oggi un ingrediente sempre più importante e se prima era conosciuto solo in Italia e in Francia ormai tutto il mondo lo sta apprezzando. Quindi ci recheremo a questi eventi, non solo a presentare i nostri prodotti, ma più in generale a proporre di persona la tradizione culinaria italiana, tanta ammirata all’estero”.

Proprio in quest’ottica, l’azienda umbra quest’anno è già stata presente al Sigep di Rimini e al Pitti Taste di Firenze e, dal 17 al 21 febbraio, sarà al Gulfood di Dubai, la più importante fiera mondiale per l’innovazione alimentare, evento a cui la Giuliano Tartufi ha già partecipato nelle precedenti edizioni vincendo il premio per il ‘Condimento più innovativo’ con il prodotto Spolverata al tartufo.

“L’Italia e la Francia, ma l’Europa in generale – ha aggiunto poi il titolare della Giuliano Tartufi –, rimangono ancora i mercati principali. A crescere però in maniera esponenziale è attualmente il mercato asiatico, sia per quanto riguarda i quantitativi che per la conoscenza dei nostri prodotti enogastronomici.

In crescita anche il mercato statunitense: dove ci sono forti comunità di italiani, infatti, si diffonde anche la ristorazione italiana che, di solito, prevede in menù almeno un piatto a base di tartufo”.

Grazie a questo complesso lavoro di approccio ai mercati esteri, l’export della Giuliano Tartufi è quindi riuscito a superare in percentuale la quantità di prodotto venduto in Italia. “Se parliamo di prodotto fresco – ha infatti reso noto Martinelli – attualmente saremo intorno al 50 per cento di export e 50 per cento di vendite dentro i confini nazionali, anche perché in Italia ci sono tante aziende che lavorano e commercializzano il tartufo e il mercato è quindi più inflazionato.

Se ci riferiamo al prodotto conservato, invece, è leggermente maggiore la quantità venduta all’estero che quella venduta in l’Italia. Andare nei mercati esteri, infatti, non è una passeggiata e non tutti ci riescono perché servono importanti investimenti in uomini, strutture e servizi per assistere sul posto i clienti finali. Rimango dell’idea che recarsi personalmente nelle fiere internazionali sia il mondo migliore per approcciare quei mercati e farli innamorare dei nostri prodotti e della nostra cultura culinaria”.

 

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