Assessora Pausilli: “La poesia ci cura”

Panicale, 14 marzo ‘25 – Panicale condivide poesia. “Panicale Liberi Versi” è il nome del nuovo format culturale, ideato dall’Assessorato comunale alla Cultura, pronto a dipanarsi e ad essere declinato in molteplici forme.

Un contenitore dedicato alla poesia, in cui il fil rouge è la condivisione di versi. 

A partire da domani, sabato 15 marzo (a ridosso dunque della Giornata Mondiale della Poesia), il capoluogo e le frazioni faranno da scenario a eventi che avranno per protagonisti poeti e potesse, libri, laboratori, letture.

“La poesia – spiega l’assessora alla cultura del Comune di Panicale Paola Pausilli – come tutte le altre forme artistiche cura l’anima e dissemina valori positivi. Con questo nuovo contenitore culturale daremo vita ad iniziative come incontri, laboratori e camminate il cui focus sarà la poesia contemporanea”.

Si parte sabato 15 marzo alle ore 17 nella Sala consiliare con la presentazione delle raccolte poetiche di Paolo Piazza e Francesca Benedetti, rispettivamente “Miele di castagno” e “Gusci di noci”, editi dalla casa editrice Thyrus, nella Colla “I Semplici”. 

Le raccolte di poesie presenti in questa collana sono corredate in copertina da immagini tratte dall’opera “Herbario nuovo” di Castore Durante, medico e cittadino romano (Venezia 1636).

Alla rappresentazione delle piante si accompagnano versi che comprendono le facoltà dei semplici medicamenti.

Il successivo incontro in programma sarà il 13 aprile e sarà dedicato alla scrittura poetica, partendo dalla passeggiata nel borgo di Panicale, alla scoperta di affreschi, panorami e ricami.

La rassegna “Panicale Liberi Versi” è realizzata in collaborazione con Sistema Museo. L’ingresso agli eventi è libero.

GLI AUTORI

Per Francesca Benedetti la poesia è un modo di raccontarsi. La sua raccolta si apre, significativamente, con l’immagine dell’albero di noce che non solo rappresenta le sue radici e il forte senso di appartenenza alla famiglia, ma anche il suo percorso di crescita e maturazione umana e poetica: da seme piantato nel campo della mia infanzia al guscio di noce dell’età adulta, solido ma al contempo fragile, che racchiude il suo mondo interiore e cinge con un abbraccio protettivo un nuovo, dolcissimo seme, Filippo.

Nel libro di Paolo Piazza la natura sussurra quasi all’udito, ma offre immagini icastiche in questa poesia di brevi sequenze dalle pennellate raffinate. Crea lo sfondo su cui le atmosfere interiori si squadernano: una faggeta, una spiaggia cesellata dalla pioggia, un rigagnolo di acqua sorgiva, da cui dipartono scene minime e quadretti.

L’opera è suddivisa in tre sezioni che si aprono ciascuna con la presenza di Alice, la nipotina dal nome evocativo. È lei a immettere il poeta in un mondo di suggestioni e atmosfere rarefatte, conducendolo al di là dello specchio.

 

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