
Visita culturale anche a Città di Castello alla scoperta di Burri. Iniziativa organizzata dall’azienda Giuliano Tartufi per sensibilizzare le nuove generazioni sul tema delle adozioni e dell’abbandono
Città di Castello, 14 mar. 2025 – Un’iniziativa per sensibilizzare le future generazioni su “quanto di bello c’è intorno a loro” e sul prendersi cura degli animali.
È quella organizzata dall’azienda Giuliano Tartufi insieme alle professoresse Elisabetta Fruttini e Valeria Baldicchi, e rivolta agli studenti della scuola media di Pietralunga (Istituto Comprensivo Umbertide Montone Pietralunga), 27 dei quali sono stati protagonisti di una giornata speciale a Città di Castello, la mattina in visita a Palazzo Albizzini, dove hanno potuto ammirare le opere di Alberto Burri e il pomeriggio al Canile comprensoriale Alta Valle del Tevere, a Lerchi (Città di Castello).
Qui, ad accogliere i piccoli visitatori, c’erano gli educatori cinofili e Paola Matrigali Tintori, responsabile del canile, oltre a Giuliano Martinelli ed Elisa Ioni, il primo titolare e la seconda brand manager dell’azienda Giuliano Tartufi.
Gli studenti si sono dimostrati interessati all’attività del canile, hanno posto domande e interagito con gli amici a quattro zampe, che con la loro dolcezza hanno conquistato i cuori di tutti. Anche Giuliano Martinelli, che di cani ne ha già otto, non ha resistito alla loro tenerezza e non ha fatto mistero che “l’adozione è dietro l’angolo”.
Un bel gesto, quello dell’adozione consapevole di un animale, del quale si è discusso insieme agli studenti, riflettendo inoltre sull’ignobile comportamento di chi li maltratta o abbandona. Martinelli ha sottolineato “il forte legame tra il tartufaio e il suo cane”, evidenziando “il bisogno d’affetto degli animali abbandonati” e promuovendo “un rapporto basato sull’amore e sul rispetto reciproco, indipendentemente dalle capacità di lavoro del cane”.
“Mi piacerebbe che tutti i cittadini facessero una passeggiata qui prima di prendere un cane di razza – ha detto Martinelli –. In questo canile ho visto anche dei cani da tartufo o da caccia che sono stati abbandonati, magari perché non erano bravi ad affiancare l’uomo in queste attività. Io non so neanche come si faccia ad abbandonare un cane, non riesco a comprendere chi lo fa”.
“L’obiettivo principale di questa giornata – ha sottolineato Ioni – è di educare le nuove generazioni affinché si prendano cura degli animali. Viviamo in un territorio di cerca del tartufo e di caccia e a volte in questi contesti c’è chi si rende protagonista di maltrattamenti o, peggio ancora, quando il cane ‘da lavoro’ non serve più, di abbandono.
La caccia e la ricerca del tartufo sono attività praticate da centinaia di anni, quindi ci sono anche delle abitudini consolidate, sbagliate ovviamente, che però sono difficili da sradicare in un contesto come il nostro. Attraverso le nuove generazioni si può cercare di cambiare mentalità, per migliorare la qualità della vita dei cani”.
“Questo percorso è iniziato circa un mese fa – ha aggiunto Tintori –, quando mi sono recata io stessa alla scuola di Pietralunga. Chiacchierando con i ragazzi abbiamo sentito che molti di loro avevano già degli animali, però non erano mai stati in una realtà come quella del canile. Ci è sembrato importante fargliela conoscere.
Oggi ho inoltre consegnato loro alcuni moduli per diventare soci Enpa, un segnale per spingerli ad avere un approccio diverso con gli animali. Sarebbe bello se qualcuno di questi ragazzi, poi, diventasse un adottante o un volontario del canile, c’è tanto bisogno”.
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