
Ponte S. Giovanni (Pg), 18 marzo 2025 – Le seguenti osservazioni sono la sintesi del lavoro del Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?”, nato dalla volontà di alcuni cittadini di porre al centro dell’attenzione politica e amministrativa di Perugia e dell’Umbria il problema del grave eccesso di traffico e inquinamento che affligge da almeno due decenni Ponte San Giovanni e le frazioni di Collestrada e Balanzano, oltreché tutta la periferia sud- est del Comune di Perugia.
l Comitato ritiene che la lunga inerzia degli amministratori regionali e comunali registratasi nel periodo di tempo sopra citato di fronte a continue e ripetute evidenze dell’aggravarsi della situazione, non possa ulteriormente protrarsi. Il problema del traffico va risolutamente affrontato, senza più limitarsi a vaghi impegni o generiche promesse.
È vero che la E45 è un’arteria di interesse nazionale e che dunque spetta allo Stato la risoluzione dei problemi ad essa connessi, ma è anche vero che non ci si può attendere una risoluta azione da parte delle autorità di governo nazionali se le istituzioni locali e regionali non fanno pervenire a Roma una voce urgente e univoca che si faccia interprete del disagio e dei danni che la situazione produce alle popolazioni locali e a tutta l’economia regionale.
Essendo le forze politiche progressiste a costituire attualmente le maggioranze di governo del Comune capoluogo e della Regione, è a loro che si rivolgono in prima battuta le richieste e le aspettative di residenti e utenti della E45 e del raccordo autostradale Perugia – Bettolle.
Ecco in proposito alcuni elementi di riflessione che il Comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni?” sottopone all’attenzione delle forze di governo di Perugia e dell’Umbria:
Il progetto del “Nodo di Perugia”, che finalmente ha completato il suo lungo iter di ideazione e progettazione da parte di ANAS, ricevendo l’assenso definitivo del Ministero dell’ambiente, non è alieno alla storia delle attuali forze di governo dell’Umbria, essendo nato in un momento storico nel quale alla guida del Comune di Perugia era il sindaco Locchi e alla guida della Regione la presidente Lorenzetti. Si può immaginare che se il problema dell’ingorgo di traffico nella periferia sud est di Perugia era già presente negli ultimi anni del secolo scorso, esso si sia aggravato in maniera insostenibile dopo oltre due decenni. Rimane perciò abbastanza incomprensibile la ragione per la quale esso dia l’impressione di essere tenuto accuratamente da parte nei programmi e nell’agenda politica delle attuali forze di governo regionali e comunali, se si eccettuano pochi e poco convinti momenti.
I residenti della sola zona di Ponte San Giovanni, Collestrada e Balanzano, che soffrono delle conseguenze del traffico eccessivo sulla propria salute, sulla vivibilità complessiva del territorio e sull’economia, sono circa 20.000. Se poi consideriamo gli utenti giornalieri che sono alla guida dei novantamila veicoli che percorrono nei due sensi i tratti incriminati, dovendo affrontare i disagi e i pericoli che ne derivano, siamo di fronte ad una cifra che impone da sola l’esigenza di una rapida assunzione di responsabilità da parte di chi si è vista assegnare la responsabilità di governo da parte degli elettori.
Una “rapida” prospettiva di soluzione di un problema così urgente non può essere intravista che nella definitiva indicazione del Nodo di Perugia come unica possibile alternativa all’attuale soffocante stato di fatto, in linea con quanto realizzato in altre importanti realtà urbane nazionali. Tale indicazione ufficiale deve essere accompagnata da un’azione forte e unitaria della politica regionale in direzione del governo nazionale, affinché l’opera venga finalmente finanziata.
Le obiezioni a tale opera, che vengono sollevate all’interno delle formazioni politiche di maggioranza del governo locale e regionale, che si possono riassumere come preoccupazioni di carattere ambientale, non sono effettive e non resistono ad un’analisi razionale del progetto: il danno ambientale alla collina di Collestrada e al suo bosco è svanito, nel progetto definitivo, con il tracciato sotterraneo della galleria; la parte del territorio attraversata dalla strada non interesserà porzioni di terreno agricolo di pregio, come è stato lamentato, ma piuttosto aree abbastanza residuali delle zone industriali di Ponte S. Giovanni e di Balanzano connotate da un certo impatto.
È poi discutibile il fatto che si gridi al “consumo di suolo” in relazione ad un’opera pubblica di tale importanza, che gioverebbe alla salute, alla vita quotidiana, alla sicurezza e all’economia di decine di migliaia di persone. E in più, la tutela della salute di migliaia di persone non si configura essa stessa come una primaria e insopprimibile esigenza di “protezione ambientale”?
- Un’ultima osservazione che attiene alla politica e alla natura di forze politiche che rivendicano per sé stesse una natura di forze di progresso e di emancipazione: partiti e movimenti che così si definiscono traggono la propria ragione storica di essere dal porsi come difensori degli interessi e delle aspettative di coloro che affidano al proprio lavoro le proprie speranze di sussistenza e di progresso.
I camionisti e gli autisti di furgoni, gli operai delle fabbriche e delle piccole imprese, gli impiegati del settore terziario che ogni giorno si recano al lavoro, i genitori che accompagnano a scuola i figli, gli anziani che raggiungono l’Ospedale regionale ecc. ecc., sono appunto i rappresentanti di quel mondo del lavoro che soffre e rischia ogni giorno su quei pochi chilometri di strada che è il loro incubo.
Vogliamo abbandonarli a loro stessi perché i loro interessi non sono tali da mettere d’accordo gli obbiettivi dei componenti delle attuali maggioranze di governo regionali e comunali? Non sarebbero invece queste le ragioni di essere di partiti e movimenti che si rivolgono alla tutela degli interessi della parte lavoratrice e popolare della società umbra?
Per tutto questo chiediamo che il tema sia portato al più presto in discussione nelle sedi istituzionali, affinché si arrivi ad una decisione nell’interesse della salute e della qualità della vita dei cittadini e per dare risposte al mondo del lavoro tese a superare i quotidiani blocchi del traffico, fonte di sperpero ingiustificato di ore di lavoro, punto di partenza per confronti e rivendicazioni presso il governo nazionale affinché si proceda celermente al finanziamento dell’opera.
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